Si è chiuso il cerchio attorno alle indagini sulle presunte malversazioni a carico d Vincenzo Piccoli, amministratore unico della Gosaf SpA e di cinque dirigenti dei comuni di Paolisi, Portici, ed Anagni, nel frusinate. I Comandi della Guardia di Finanza di Caserta e Benevento, coordinati dalla Procura della Repubblica di Benevento, hanno eseguito in mattinata il decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di tre milioni e mezzo di euro che gli indagati, in tutto undici, avevano sottratto alle casse dell’erario in due anni di attività criminosa. Per tutti i capi di imputazione vanno dal peculato, al falso ideologico, all’abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta ancora la Gosaf, società di riscossione con sede legale a Montesarchio, il cui amministratore unico, in concorso con gli altri indagati, secondo il teorema della Procura, avrebbe sottratto ai comuni di cui esigevano i tributi somme considerevoli, con gravissimo nocumento alla salute economica di quegli enti. Nel Sannio la città di Paolisi dove la Gosaf svolgeva per conto dell’ente il servizio di tesoreria. Una indagine durata due anni e arricchita da intercettazioni telefoniche ed ambientali che inchiodano alle proprie responsabilità i presunti responsabili. Per il Procuratore della Repubblica di Benevento Conzo è l’ennesima dimostrazione che la frontiera del malaffare e dell’indebita appropriazione di denaro della collettività prosegue con preoccupante sistematicità.
Conzo chiama in causa il sistema di controlli che presenta falle preoccupanti e si riferisce alle connivenze e alla complicità di chi dovrebbe esercitare funzioni specifiche. Quis custodet custodes, chi controlla i controllori e il quadro che ci restituisce la realtà contingente è uno spaccato di corruzione diffusa nei confronti della quale l’opera di contrasto è ardua