Circa un centinaio. Questo il numero dei lavoratori metalmeccanici che a Benevento, come in tutto il Paese, si sono fermati per protestare nei confronti delle politiche industriali del Governo e in generale del Capitale e il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Una protesta che FIOM, FIM e UILM portano avanti in modo unitario e questo è già un gran risultato e dopo una prima astensione di 4 ore dal lavoro di venerdi scorso, oggi una ulteriore serrata sempre di quattro ore delle tute blu.
A Benevento in tanti per chiedere il rispetto dei patti e sempre maggiore sicurezza sui posti di lavoro, in tanti come da molto non se ne vedeva ma fa rumore l’assenza completa della classe politica, da sinistra a destra, e neppure questa è una novità. E allora in piazza sono scese le delegazioni di Imeva, Hanon System, al centro di una vertenza lunga e apparentemente stagnante, Leonardo ed altre realtà produttive; tutte contraddistinte da maestranze di altissima professionalità ma tutte accomunate dalla spada di Damocle dei tagli.
Massimiliano Guglielmi, segretario regionale della Fiom Cgil batte sul tasto della Hanon
L’unità sindacale. Per la Fim Cisl è determinante l’alta percentuale di lavoratori che hanno aderito allo sciopero, un segnale chiarissimo alla controparte datoriale
In Irpinia la vicenda Stellantis e la produzione a Pratola Serra. Il cambio della guardia al vertice, fuori Tavares dentro Imparato, e l’apertura al dialogo tra le parti è frutto, secondo Luigi Galano segretario provinciale FIM Irpinia Sannio, anche della spallata compatta portata dalla lotta unitaria dei metalmeccanici.
Il mancato intervento in Parlamento dei vertici FCA e di John Elkan in particolare chiesto dal Governo e fino ad ora inevaso.
