Primo Maggio, l’unità sindacale resta una chimera. La Fp Cgil non attenua lo scontro col Comune
Lavoro e Sindacati
Un Primo Maggio all’Arco di Traiano ma questa volta il lapidarium lo lasciamo stare. La Triplice Cgil Cisl e Uil trova la coesione, almeno così pare, solo oggi; per il resto le tre sigle procedono a ranghi assolutamente sparsi e te ne accorgi guardando alle controversie che giacciono sul tappeto, dai rapporti col Comune, al 118, alle relazioni col potere politico che da parte sua ha bene individuato l’interlocutore privilegiato con cui dialogare estromettendo gli altri.
Non ci facciamo illusioni,la situazione è grave e pure seria, sconfessando Flaiano, perchè salario e stato sociale languono e come dice Luigi Simeone, segretario della Uil Avellino Benevento, “torniamo a porre gli stessi interrogativi del 2019 tornando a manifestare insieme agli altri due sindacati” e questo la dice lunghissima su come sia disunito il fronte del lavoro dinanzi al Profitto e ai governi conservatori che sono posti a tutela. E va detto però che nemmeno gli altri rappresentano una garanzia per cui alla domanda se il sindacato faccia politica, Simeone risponde di si ma “senza aggregazioni di partito” anche perchè il partito non c’è più e se c’è ancora qualcuno pensa che questo partito possa essere il PD è pronta la base di ricovero.
Giustizia sociale, lavoro e precariato, la Cisl attraverso il segretario Vecchione pone in risalto le spine nel fianco dell’attualità mentre il suo sindacato, al suo interno, è attraversato da tensioni sensibili basti osservare ciò che accade nella Funzione Pubblica per darsi parecchie risposte.
La Cgil. Luciano Valle riflette sulla desertificazione lavorativa che affligge il Sannio. Il precariato ormai annoverato nella voce occupazione,buono per le statistiche da CGIA, ma come dice Valle “noi questo non lo vogliamo e saremo un pungolo costante nelle costole della politica.”
La questione dei rapporti fra Cgil e Comune di Benevento mai tesi come in questo momento. Ieri abbiamo sentito Santamaria, il dirigente al Personale,oggi torna a parlare la Funzione Pubblica col segretario Raffa che attraverso i social meglio articola la situazione.
“Giungiamo a questo primo maggio con l’ amaro in bocca, perché la denuncia per condotta antisindacale presentata avverso il Comune di Benevento non è sicuramente un mero capriccio per la nostra sigla sindacale, ma un esasperato grido di protesta che non si limita a uno o due episodi, ma ad un atteggiamento perpetrato negli ultime mesi dal datore di lavoro ovvero ad un modello culturale che antepone l’arroganza del potere al rispetto ed al dialogo.
Un modello culturale che, a malincuore, abbiamo dovuto denunciare con i mezzi sindacali a nostra disposizione ovvero con quelli consegnateci dallo Statuto dei Lavoratori. Contrariamente a quanto l’amministrazione vuole far apparire, la Fp Cgil non ha alcuna velleità di antagonismo per partito preso o per principio ma, semplicemente, è quella sigla sindacale che al 31 dicembre dello scorso anno contava il maggior numero di iscritti ed il maggior numero di RSU presso l’ Ente, prima che qualche dirigente provvedesse ad elaborare una strategica emorragia di iscritti dirottati altrove che, francamente, non porterà ad alcuna limitazione al nostro agire sindacale.
Adottare atti inerenti il personale dipendente aggirando le norme sindacali sulla contrattazione è però una palese falla da parte di questa compagine politico amministrativa, una falla che, con più azioni intraprese da diversi mesi, ci hanno spinti a chiedere l’ intervento del Giudice del Lavoro. Abbiamo pertanto richiesto a più riprese l’ annullamento di tutti gli atti riguardanti la ripartizione del salario accessorio, con particolare riferimento al progetto obiettivo che vede protagonisti gli autisti del sindaco e che lascia al di fuori una fetta molto importante di lavoratori e lavoratrici che, probabilmente, restano esclusi da tali benefici solo perché autisti del sindaco non sono.
Ma vi è di più, vengono liquidate prestazioni aggiuntive (lo straordinario, i turni, il disagio) con istituti contrattuali destinati alla produttività collettiva (performance) in contrasto con i pareri dell’Aran contravvenendo, a nostro avviso, alle norme contrattuali ed in taluni casi – addirittura – sottopagando i lavoratori interessati dagli stessi progetti obiettivo. Quindi tale azione da un lato penalizza gli stessi lavoratori interessati dai progetti obiettivo e dall’altro offende la dignità, l’ autonomia e la professionalità della restante parte del personale dipendente che – ad oggi – non ha ricevuto nemmeno un centesimo del salario accessorio 2024, aggira in maniera cristallina la normativa sulla contrattazione sindacale e, come se non bastasse, cozza direttamente con le norme gius-contabili sulla ripartizione del fondo economico che, invece, andrebbe prima costituito, poi contrattato e poi ripartito.
Rimane allora solo la via giudiziale, e pazienza se poi la problematica può o meno assurgere a “vexata quaestio” all’ interno del dibattito politico nel consiglio comunale: se vi sono debiti fuori bilancio che provengono da contenzioso da lavoro, bisogna farsene una ragione, e cominciare a porsi qualche interrogativo sulla gestione delle risorse umane dell’amministrazione nonché a cominciare dialogare tra le parti, così come si è sempre fatto in democrazia, poiché nel dialogo le soluzioni si possono costruire, mentre nel boicottaggio, perché di questo si tratta, il dialogo lascia il posto ai personalismi di chi decide con l’ avallo degli accoliti accomodanti e tutto questo, nel giorno del Primo Maggio 2024 noi, la Cgil, non ce lo possiamo permettere neppure una sola volta di più.”
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