Continua ancora il dramma dei lavoratori idraulico-forestali, che nonostante prestano la loro attività lavorativa in “religioso silenzio” a presidio e tutela del territorio, bene collettivo, sono da mesi senza stipendio. Assurdo e vergognoso!
Questo, perché la regione non invia in tempo, i fondi necessari per il pagamento delle dovute spettane ai lavoratori, trincerandosi dietro il fatto che gli Enti Delegati (Comunità Montane e Province non inviano la relativa documentazione legati ai progetti di forestazione alimentato da fondi FESR .
Solo per esempio “causa dei ritardi” e dei mancati accrediti dei fondi, e scuse varie ecc. ecc., un “ente delegato ha inviato la documentazione della progettazione 2023 consegnata alla Regione entro il 15 febbraio scorso così come richiesto, ma solo il 27 luglio u.s. (dopo circa 6 mesi), sono state richieste delle integrazioni che alcune sono state già trasmesse e sono già in possesso della regione.” Che dire?! Il solito ’scarica barile’.
È un sistema questo che doveva essere finalizzato a dare una svolta all’intero settore della forestazione, alleviando anche le lunghe attese per gli stipendi ai lavoratori (si pensava sic!), e non risolve una situazione estremamente complicata e annosa.
Come Fai Cisl IrpiniaSannio, avevamo posto subito delle perplessità non sulla bontà e finalità piuttosto sull’utilizzo gestionale-amministrativo dei fondi FESR, ribadito in vari incontri dalla governance degli Enti Delegati sanniti, e precedenti comunicati stampa.
E nel frattempo le Comunità Montane e la Provincia da sempre sono obbligati ad enormi difficoltà assumendosi responsabilità politico-amministrative per poter corrispondere le mensilità ai propri dipendenti attraverso l’anticipazione di cassa.
Ancora la Regione Campania, ad oggi, non ha erogato un centesimo di quanto dovuto per il 2023, siamo ad agosto, e ancora non si intravede nessuna una luce in fondo al tunnel.
Sulla delicatissima situazione in cui versa il settore e soprattutto i lavoratori idraulico-forestali, devono essere fatte azioni tali che producano atti concreti che velocizzano tutti i processi burocratici.
E infatti sul tema della drammatica situazione del settore i segretari regionali di FAI, FLAI e UILA, hanno dichiarato lo stato di agitazione con il seguente comunicato:
“Il giorno 27 luglio 2023 le segreterie regionali e provinciali Fai–Flai–Uila si sono riunite per affrontare e discutere delle criticità relative alla vertenza del settore forestazione.
Il gruppo dirigente del sindacato ha ampiamente discusso e preso atto che gli impegni assunti dalla Regione Campania, in merito alle politiche occupazionali e alla stabilizzazione dei lavoratori OTD, stentano a tradursi in atti concreti.
A nostro avviso manca una visione di programma e un vero piano industriale per la salvaguardia, la tutela e il rilancio del territorio regionale. Nell’ultimo decennio la forza lavoro si è dimezzata, da 4.500 lavoratori agli attuali 2.500 circa; non c’è stato nessun ricambio generazionale della forza lavoro, cosa più grave è che ci sono precari storici che non vengono stabilizzati nonostante gli viene promesso di campagna elettorale in campagna elettorale dalla politica di turno. Oggi assistiamo, contro il parere del sindacato, a ulteriori assunzioni di lavoratori interinali che si stanno effettuando su alcuni Enti, non facendo altro che alimentare false aspettative e ulteriore precarietà a vita senza strutturare una vera risposta sistemica per l’intero comparto.
A tutto ciò si unisce la drammatica erogazione degli stipendi in ritardo, causa mancata tempestività nella presentazione delle progettazioni e rendicontazioni da parte degli Enti delegati.
Per tali problematiche legate a responsabilità ben chiare, Fai-Flai-Uila regionali e provinciali proclamano lo stato di agitazione del settore, avviando un percorso di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e varie iniziative a livello territoriale, che culmineranno con una mobilitazione e uno sciopero regionale del settore a settembre.
Le segreterie unitarie chiedono al Presidente della Regione Vincenzo De Luca e all’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo di porre quanto prima rimedio a questa situazione di un settore strategico per la nostra Regione, ma paradossalmente totalmente allo sbando e senza alcuna visione di prospettiva.”