Il Tribunale di Avellino, nella persona del Giudice del Lavoro dott. Ciro Luce, ha rigettato il ricorso per condotta antisindacale promosso dalla FIOM-CGIL nei confronti della NASTAMEC Srl. Il giudice, infatti, ha sancito che la condotta addebitata alla NASTAMEC Srl non comporta una lesione dei diritti e/o delle prerogative del sindacato e non limita in alcun modo il ruolo della FIOM-CGIL, non potendosi pertanto qualificare come antisindacale. Nelle motivazioni del decreto è stata inoltre respinta la tesi della plurioffensività della condotta aziendale, che ricorre allorché si ledano contemporaneamente i diritti dei lavoratori e le prerogative della Organizzazione Sindacale, proprio in considerazione della insussistenza di qualsivoglia limitazione e/o impedimento al libero esercizio della libertà sindacale. La vicenda prende spunto dal fatto che tre lavoratori della NASTAMEC erano stati collocati dall’azienda in CIG -COVID a zero ore, la qual cosa, a detta della FIOM, sarebbe stata una conseguenza della loro iscrizione alla FIOM-CGIL. La Nastamec Srl, difesa dall’avv. Antonello Lenzi, ha, tra le altre cose, evidenziato nelle proprie memorie che la collocazione in CIG dei lavoratori, compresi quelli iscritti alla FIOM, è stata determinata da motivazioni meramente organizzative, prive di ogni intento discriminatorio, riconducibili alle conseguenze della emergenza epidemiologica sulla attività produttiva. La NASTAMEC intende stigmatizzare l’atteggiamento di ostinato accanimento assunto nei suoi confronti dalla FIOM-CGIL che non ha esitato a scatenare, in questi mesi, un vero e proprio conflitto, fatto di denunce tanto in sede amministrativa, quanto in sede giudiziaria, oltre che di inadeguate e strumentali iniziative mediatiche, caratterizzate dalla diffusione di notizie destituite di ogni fondamento, in mancanza di contraddittorio. Tutto ciò mentre una piccola azienda, che occupa meno di 15 dipendenti ed opera nel settore automotive, quello più colpito dalla crisi indotta dalla pandemia, lotta strenuamente per la propria sopravvivenza. In questo contesto la FIOM – CGIL, piuttosto che sostenere gli sforzi dell’imprenditore, ha preferito imboccare la strada dello scontro, attraverso iniziative volte a nuocere all’immagine di una piccola azienda, mentre è in discussione la stessa prosecuzione dell’attività d’impresa.