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FPCgil: per i lavorartori Samte una Pasqua amarissima

FPCgil: per i lavorartori Samte una Pasqua amarissima

31 Marzo 2021 | by Enzo Colarusso
FPCgil: per i lavorartori Samte una Pasqua amarissima
Lavoro e Sindacati
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La  questione dello Stir di Casalduni è, oramai, divenuta una vertenza storica di questa provincia. Una vertenza di lavoro economica e sociale.  Una pagina brutta anche per la sfera istituzionale del nostro territorio. L’impianto è ancora fermo dal tristemente noto evento incendiario, mentre i lavoratori sono appesi ad un filo di speranza, sempre più flebile. La società Samtesrl ,ancora oggi, sta galleggiando tra mille incertezz e speranze. Nessuno,   al momento, riesce a dare certezze a questi sfortunati lavoratori e alle loro famiglie. Non esiste, praticamente, un piano tecnico/finanziario di programmazione e pianificazione sul quale potersi confrontare per riavviare nuovamente le attività dello stir di Casalduni. La gestione pubblica del ciclo dei rifiuti provinciale è, inaltreparole, fallimentare. Nemmeno l’Ato riesce a garantire una prospettiva accettabile per far ripartire le attività. “Non ci rassegneremo ad essere messi da parte”, “abbiamo il diritto di un lavoro stabile in cui crediamo”, sono questi i discorsi che spesso sentiamo dai contatti che abbiamo con la maestranza, mentre le attività svolte sono sempre quelle minime che la società fatica a despletare con puntualità. Occorre dare ai lavoratori una seria prospettiva per il sacrificio profuso in venti anni nel settore. Purtroppo,ancora oggi, a ridosso delle festività pasquali, dobbiamo registrare la mancata corresponsione salariale ai lavoratori. In questo periodo, così difficile per l’intera provincia, così provata dalla pandemia, ci rivolgiamo nuovamente alle autorità e chiediamo provvedimenti che in tempi brevi possano mutare la situazione e rendere di nuovo efficiente  l’impianto Stir di Casalduni. Per il sindacato, l’impianto resta strategico. Le risorse finanziarie, com’ènoto, sono state trasferite dalla Regione e potrebbero essere sufficienti per riattivare l’impianto. Del resto, non si comprende per quale motivo circa 30mila tonnellate di rifiuti vadano ad arricchire le società delle province di Avellino e Caserta, mentre nel nostro territorio lavoratori specializzati e professionali si trovano senza stipendio e senza alcuna prospettiva lavorativa. Occorre riportare nuovamente ai tavoli, con tutti gli stakeholder, laquestione della Samte e dei suoi lavoratori!

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