Presidio dei lavoratori di IrpiniAmbiente davanti alla sede di via Cannaviello e momenti di tensione durante la manifestazione per lo sciopero indetto per l’intera giornata di oggi, sul posto polizia e carabinieri. Dopo un lungo tira e molla, l’amministratore unico, Matteo Sperandeo, è sceso tra la folla dei dipendenti inferociti. “Se lei non è in grado di risolvere il problema si dimetta”. Così è stato accolto il manager che per almeno due ore si era sottratto al confronto. I lavoratori hanno espresso in maniera perentoria il forte dissenso di fronte al mancato pagamento degli stipendi di giugno e delle quattordicesime, ma anche per le notizie sull’incerto futuro della società. Bersaglio dei dipendenti, oltre a Sperandeo, anche il dg Masucci, a loro dire, incapaci di ottenere il pagamento del servizio dai Comuni che sono debitori verso Irpiniambiente per quasi 47 milioni di euro. Comuni messi in mora senza attivare la procedura del decreto ingiuntivo.
Sperandeo si è impegnato a pagare gli stipendi appena arriverà in banca l’accredito dell’ultima tranches del saldo del Comune di Avellino ma ha detto chiaramente che per risolvere la situazione della liquidità aziendale servono come minimo 3 o 4 mesi. E’ necessario, insomma, che i Comuni garantiscano una continuità di pagamenti, mentre ripianano i debiti accumulati.
Intanto, si registra anche il grido d’allarme dei sindacati sulla situazione esplosiva venutasi a creare per IrpiniAmbiente. “Il rischio – hanno detto – è che il problema stipendi si ripeta tutti i mesi”. Da qui l’appello al management aziendale ad essere più incisivo nella pretesa degli incassi e alle amministrazioni comunali a fare la propria parte. La minaccia, neanche tanto velata, è quella di limitare il servizio sul territorio degli enti locali inadempienti.