Nota di CGIL FP e UIL FPL a proposito della situazione in seno al CMR di Sant’Agata de Goti.
“Quarantanove lavoratori licenziati, sostituiti con l’utilizzo di dipendenti ‘libero professionisti’. E’ questo ciò che sta accadendo al CMR di Sant’Agata de’ Goti, o almeno è quello che si evince da una lettura del Piano Industriale di Salvataggio. Va detto che la richiesta del concordato preventivo è del novembre 2016 e solo nel mese di maggio di quest’anno si è arrivati a varare il previsto Piano Industriale. Tutto ciò, bisogna ricordarlo, in dispregio del ruolo delle Organizzazioni Sindacali che non sono state mai convocate e non hanno potuto minimamente valutare le modalità con le quali si sta provando a salvare dal fallimento uno dei fiori all’occhiello della riabilitazione regionale. Siamo molto preoccupati per il futuro dei dipendenti del Centro Medico Erre.
Come si è detto ben 49 risulterebbero in sovrannumero e certamente la struttura si verrebbe a trovare con una forza lavoro troppo esigua rispetto agli obiettivi che anche l’accreditamento da parte dell’ASL di Benevento prevede. Per questo viene spontaneo credere che i lavoratori licenziati saranno sostituiti da dipendenti a partita Iva, scelti dall’azienda non sappiamo con quali criteri. In più va considerato che i lavoratori lamentano diverse mensilità di arretrato stipendiale e ciononostante, attraverso un semplice cavillo, saranno lasciati fuori da coloro che risultano come creditori dell’azienda stessa. Infatti nel Piano si prevede che i dipendenti saranno soddisfatti pienamente con il pagamento di ogni spettanza. Peccato che non venga spiegato come ciò accadrà e soprattutto che l’estinzione del debito stesso sia prevista entro il 2023! E’ assurdo che in un’azienda che in questo periodo è sopravvissuta proprio grazie ai sacrifici dei lavoratori, siano proprio questi a dovere pagare le conseguenze. Un’altra anomalia che non riusciamo a spiegarci è che nel Piano non si faccia riferimento ai contributi dei lavoratori da versare in questa fase. Ci sembra davvero strano che nella valutazione del Piano Industriale di Salvataggio della struttura saticulana non si sia tenuto conto di questo aspetto. Infine desta sensazione che il Piano Industriale preveda per il cambio di proprietà del CMR una spesa di circa 2 milioni di euro, quando alla fine del 2016 l’eventuale cessione di un singolo ramo di azienda che poi non si verificò venne valutato 5 milioni di euro. Sia chiaro, come Organizzazioni Sindacali non ci interessa entrare nel merito degli aspetti finanziari dell’operazione né tantomeno capire chi sarà il nuovo proprietario della struttura.
Ci interessa invece verificare il futuro dei dipendenti, la certezza del loro trattamento giuridico ed economico e la salvaguardia di un’azienda importante per la salute dei nostri cittadini. Aspetti questi i quali, allo stati attuale, ci sembrano essere in deciso pericolo”.