Amina Ingaldi e la delicata situazione del servizio mensa. L’assessore alle Politiche Sociali ha emesso un comunicato nel quale analizza la situazione a partire dalla libertà delle famiglie ad affidarsi al cibo cucinato in casa. “Il fenomeno è nazionale”, dice Amina Ingaldi, “poichè la libertà è stata riconosciuta ai genitori dalla sentenza della Corte d’ Appello di Torino. Quella della sentenza di Torino è la “grundnorm” attorno alla quale l’Amministrazione beneventana sta cercando, non senza difficoltà, di far passare il portato secondo il quale tutto sommato non è deleterio optare per il pasto che deriva direttamente dalla cucina di casa. “Il reclamo presentato dal MIUR è stato respinto in quanto ritenuto infondato : “non si può negare al genitore dell’alunno iscritto al tempo pieno la facoltà di scegliere per il proprio figlio, tra il servizio di refezione offerto dal Comune e la consumazione di un pasto preparato a casa, sotto la propria responsabilità” . La Ingaldi cita anche il Codacons che parla di “vittoria fondamentale” e si da anni si batte affinche’ i bambini possano portarsi il pranzo da casa senza dover necessariamente mangiare il pranzo distribuito dalle mense scolastiche, con tutti i problemi del caso. Una sorta di effetto a cascata quello della sentenza di Torino con riverberi in molte città italiane. Da Firenze a Genova, da Pordenone a Venezia. L’assessore Ingaldi non nasconde i problemi e parla di “rischio alto di problemi igienico-sanitari, su le cui responsabilità neppure gli alti organi di governo sono ancora riusciti a pronunciarsi”, ma critica l’atteggiamento della Cgil che reputa prevenuto. “Bisogna evitare di perdersi in sterili polemiche che non aiutano a suoperare l’attuale fase di stallo. “Ci siamo mossi tesi a risolvere i problemi, nonostante un fuoco di contrasto ingeneroso”, conclude Amina Ingaldi che poi annuncia periodiche puntate alla mensa “per saggiarne la qualità e rasserenare le famiglie”.