BENEVENTO- Il riordino del sistema camerale non convince de tutto i sindacati. Cgil, Cisl e Uil tornano sullo schema di Decreto legislativo attuativo della Legge delega n. 124/2015 mostrando perplessità per quanto riguarda la questione delle garanzie sia sotto il profilo della tenuta occupazionale, sia della tenuta dei servizi alle imprese e sul territorio. In una nota la Uil Benevento/Avellino non nasconde preoccupazione: “sono diversi gli aspetti per i quali abbiamo chiesto modifiche, in relazione alla riduzione delle Camere e del personale.
Primo fra tutto, nell’ambito del ruolo che Unioncamere riveste per la definizione della nuova geografia delle Camere di commercio, ai fini di salvaguardare il personale interessato, è indispensabile il confronto preventivo con le OO.SS. maggiormente rappresentative. La riduzione del numero delle Camere di commercio, deve comunque salvaguardare la prossimità dei servizi erogati dall’Ente sul territorio della circoscrizione, anche attraverso la previsione, nel piano di razionalizzazione, di una adeguata presenza di sedi secondarie e/o distaccate. Le garanzie per la salvaguardia occupazionale sono insufficienti. In particolare, in caso di eventuale personale in soprannumero, il richiamo all’utilizzo delle facoltà assunzionali degli altri Enti Pubblici per gli anni 2017-2018 fino ad un massimo del 10%”. Cgil Cisl e Uil ritengono indispensabile stabilire che tali facoltà siano da estendere anche al 2019 e che debbano essere utilizzabili per tutta la disponibilità assunzionale, sino al completo assorbimento del personale soprannumerario con ampliamento a tutti gli Enti della Pubblica Amministrazione. Per il personale eventualmente in soprannumero che ne abbia i requisiti, occorre garantire la possibilità di poter beneficiare del collocamento a riposo con i requisiti ante Legge Fornero (pre-Fornero) entro il 31/12/2019. Questa misura potrebbe riguardare secondo alcune stime tra le duecento e le trecento persone, sul migliaio di possibili esuberi. E’ necessario anche che sia prevista l’applicazione al personale delle Unioni Regionali, enti considerati pubblici a tutti gli effetti delle tutele già richieste per i dipendenti delle Camere di Commercio. Sul versante delle aziende speciali e delle società partecipate, sembra che l’unica tutela occupazionale prevista sia l’obbligo di ricorrere esclusivamente al personale in esubero per le nuove assunzioni fino al 31.12.2020. Dato che in ragione della loro natura e delle loro caratteristiche dimensionali, le suddette imprese non hanno accesso all’utilizzo della Cassa Integrazione, né dei contratti di solidarietà, occorre rendere possibile l’applicazione di ammortizzatori sociali, nonché il reimpiego degli esuberi, anche in ragione delle professionalità e/o di processi di riqualificazione professionale, nelle attività previste con le nuove funzioni assegnate alle Camere di Commercio. Accanto a questi elementi servono delle misure che consentano di salvaguardare anche il personale precario delle stesse società. Infine, per quanto attiene alle risorse, al fine di garantire la sostenibilità finanziaria del Sistema Camerale, anche con riguardo ai progetti in corso per la promozione dell’attività economica all’estero e il mantenimento dei livelli occupazionali, va ripensata la definizione del diritto annuale prevedendo la rideterminazione dello stesso a partire dal 1° gennaio 2018″.