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25 Aprile, per molti ma non ancora per tutti

25 Aprile, per molti ma non ancora per tutti

25 Aprile 2025 | by Enzo Colarusso
25 Aprile, per molti ma non ancora per tutti
Attualità
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La sfilata del corteo “sobrio” lungo Corso Gariobaldi ha scandito a Benevento gli 80 anni esatti della Liberazione del Paese dal giogo del nazifascismo, da Salò, ultima vergogna fascista. Un 25 Aprile concomitante con la morte di Papa Francesco e proprio per questo per nulla messo in ombra da un evento così mediaticamente colossale; gli 80 anni da quelle giornate di tragedia e di immensa felicità finale rifulgono nell’ora della morte di Francesco che più di ogni altro ne ha indirettamente esaltato valori e significati col suo pontificato ecumenico.

Ed è per questo che l’invito alla sobrietà degli epigoni più o meno sbiaditi di Salò risulta ancora come un nuovo tassello alla costruzione di steccati ideologici e distinguo precostituiti, la non accettazione “a divinis” della loro alterità, il rifiuto nostalgico di una data che invece è di tutti ma che le lunghe transizioni italiche hanno finito per lasciare in eredità ad una sola parte non essendo mai stata, nemmeno all’epoca dei fatti, appannaggio di una sola parte.

A Benevento un corteo di attempati signori e qualche giovane rampollo ha sfilato fino a Piazza Matteotti, un raro caso di piazza intitolata che da 33 anni si dovrebbe chiamare in modo diverso e che un Amministrazione miope si ostina a non volere trovare una soluzione che sia accettabile e condivisa da tutti.

Che sia ecumenica o no è questa la festa laica che ha segnato il passaggio storico da una fase all’altra del nostro Paese, che alcuni si ostinino a non volerla considerare è affar loro, che però tutti ne abbiano beneficiato per vivere in un contesto assai diverso dai precedenti è altrettanto inoppugnabile. Poi ciascuno è libero di viversela oppure non viversela come meglio crede, non toglie e non mette nulla al suo valore simbolico e fattivo.

E’ libero di salutarsi “romanamente”, di definirsi ancora fascista, anche se il dubbio che molti epigoni di quella congerie ne conoscano quanto meno i tratti salienti e non per averli appresi dalle fiction di nuovo conio è forte. E’ libero di continuare a ignorare che quel movimento di popolo annoverò anche migliaia di ragazzi imbevuti di propaganda fascista ma capaci di decidere da che parte stare, di monarchici, di cattolici, di liberali, di preti, di gente che veniva dal mondo contadino, di aristocratici e proletari. Organizzati, certo, da gruppi politicamente orientati ma questo appare ovvio. E’ libero di starsene in casa a contemplare i busti e i mezzibusti cimeli di famiglia e abbassare le serrande pensando a Predappio.

Insomma, il 25 Aprile è di tutti, è di chiunque si voglia e si sappia riconoscere nelle motivazioni di chi nell’ora tragica seppe fare una scelta di coscienza e di sacrificio di cui noi tutti dobbiamo essere riconoscenti. Anche loro.

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