Lucia Simeone, assistente dell’europarlamentare Fulvio Martusciello, potrà evitare il carcere in Belgio se accetterà di collaborare con le autorità giudiziarie belghe e di restare per due settimane a Bruxelles, in libertà.
Si tratta di un colpo di scena nell’inchiesta sul presunto giro di tangenti che avrebbe coinvolto alcuni politici europei, accusati di essersi spesi a favore del colosso cinese Huawei in sede Ue, in relazione allo sviluppo della rete 5G.
Il giudice istruttore belga si è detto disponibile a revocare il mandato d’arresto europeo e la segnalazione nel sistema Schengen (SIS), a condizione che la Corte d’appello di Napoli dia il proprio assenso. L’unico vincolo posto è che Simeone resti in Belgio per almeno due settimane e collabori attivamente con gli inquirenti, senza essere sottoposta a misure restrittive.
Sarà ora la Corte d’appello partenopea a valutare la proposta. In caso di via libera, la collaboratrice dell’eurodeputato di Forza Italia potrà recarsi a Bruxelles da cittadina libera.
La comunicazione della disponibilità delle autorità belghe è stata trasmessa dagli avvocati Claudio Pollio e Antimo Giaccio, attraverso il loro corrispondente in Belgio, l’avvocato Antony Rizzo.
A Simeone era stato notificato, lo scorso 13 marzo, un mandato d’arresto europeo nell’ambito dell’inchiesta su presunte mazzette. Fin dall’inizio, la sua difesa aveva manifestato la disponibilità a partecipare al processo, purché senza la misura della custodia cautelare. Ora, accolta questa possibilità, i legali hanno chiesto che la loro assistita possa raggiungere il Belgio dopo le festività pasquali per il periodo richiesto.
