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Avellino, intervento di stimolazione cerebrale profonda all’Azienda Moscati: nuova frontiera nella cura del Parkinson

Avellino, intervento di stimolazione cerebrale profonda all’Azienda Moscati: nuova frontiera nella cura del Parkinson

11 Aprile 2025 | by redazione
Avellino, intervento di stimolazione cerebrale profonda all’Azienda Moscati: nuova frontiera nella cura del Parkinson
Attualità
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Un importante traguardo per la sanità irpina: presso l’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino è stato eseguito per la prima volta un intervento di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation – DBS) per il trattamento dei sintomi disabilitanti della Malattia di Parkinson.

L’operazione è stata effettuata sull’unità operativa di Neurochirurgia su una donna di 53 anni residente nella provincia di Napoli, affetta da Parkinson da oltre vent’anni in fase avanzata, con sintomi motori gravi, fluttuazioni e tremori incontrollabili. “Questa procedura – sottolinea il Direttore Generale Renato Pizzuti – rappresenta un’eccellenza tecnologica e scientifica che celebriamo con orgoglio proprio in occasione della Giornata mondiale del Parkinson. Un grande risultato per la nostra Azienda, merito delle straordinarie competenze dei nostri professionisti”.

La tecnica, mini-invasiva, prevede l’impianto di microelettrodi in aree specifiche del cervello, precedentemente identificate tramite risonanza magnetica e guidate da un sofisticato neuronavigatore, che garantisce precisione millimetrica.

Il neurostimolatore, simile a un pacemaker, viene posizionato sotto la cute all’altezza della clavicola e trasmette impulsi elettrici che ridimensionano il tremore, uno dei sintomi più invalidanti del Parkinson. Il dispositivo è invisibile dall’esterno e completamente ripogrammabile per adeguarsi all’evoluzione clinica del paziente.

L’intervento, realizzato in un’unica seduta chirurgica, è stato coordinato dal Direttore dell’U.O. di Neurochirurgia Armando Rapanà, con il neurochirurgo Marco Gilone come primo operatore e l’equipe composta da Michele Gallo, Angela Cerrone, Angela Iuorio, Sara Andrita e Antonia Sellitto.

Fondamentale il contributo del Centro Parkinson dell’Azienda Moscati, con i neurologi Giulio Cicarelli e Autilia Cozzolino, e il supporto del Direttore dell’Unità di Neurologia Daniele Spitaleri, che precisa: “La DBS non cura il Parkinson, ma aiuta a ridurre i sintomi motori e consente di diminuire l’assunzione di farmaci. Non tutti i pazienti possono accedere a questo trattamento: servono requisiti clinici specifici e una valutazione multidisciplinare”.

La paziente è stata dimessa in buone condizioni e farà ritorno in ospedale per la programmazione non invasiva del dispositivo, al fine di ottimizzare il controllo dei sintomi.

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