Continuano gli incontri relativi alla prima edizione della rassegna poetica “Atlante delle Nuvole – Incontri con la poesia contemporanea”, iniziativa organizzata dalla Provincia di Benevento e Sannio Europa in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel (ideato e coordinato da Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera) e Casa Naima.
L’evento ha visto la presenza dell’ autore Bruno Galluccio, il quale, dialogando con Antonella Rosa, presso la sala “A. Zazo” della Biblioteca Provinciale “A. Mellusi” ha parlato della sua raccolta di poesie “Camera sul vuoto”. Si tratta del secondo incontro dopo quello con la poetessa Laura Pugno.
In “Camera sul vuoto”,
il poeta sviluppa temi scientifici sperimentando un linguaggio solo apparentemente tecnico, sempre alla ricerca dichiarata della bellezza, comune a entrambe le discipline, Scienza e Poesia.
Nel corso del suo intervento, Galluccio ha affermato che: “Camera sul vuoto è il terzo libro di una trilogia. Il vuoto è una grande sfida concettuale ed emotiva. Da un punto di vista emotivo – afferma Galluccio – il vuoto dà la sensazione di essere senza appigli. Dal punto di vista matematico e della fisica, invece, pone molti problemi teorici. In effetti, il linguaggio poetico e quello scientifico sono agli antipodi. Quello scientifico comporta regole rigide e richiede precisione. La poesia si basa sull’ ambiguità. Non deve essere precisa, perché è proprio quel margine di ambiguità – sottolinea – di apertura a vari significati, che dà una forza metaforica che colpisce il lettore. Ci sono anche punti in comune: poesia e matematica mirano alla bellezza, alla simmetria. Non a caso, quando viene dimostrato un teorema importante, anche altri matematici cercano di trovare una soluzione migliore, più bella e concisa.
Mi sono avvicinato alla poesia attraverso un fuocherello, che un poco alla volta si è acceso sempre di più. Inizialmente – aggiunge l’ autore – scrivevo poesie che non riguardavano la fisica, ma poi c’è stata una sorta di illuminazione: fisica, matematica e poesia possono trovare delle interazioni proficue. Il vuoto, che equivale allo zero in matematica, comporta grandi problemi. È vero che esiste un parallelismo di bellezza tra fisica- matematica e poesia. Guai, però, considerare la poesia come verità scientifica. La fisica e la matematica hanno un compito più difficile, che è quello di dimostrare con esperimenti che certe ipotesi, che arrivano con l’ intuizione, siano vere’.
Bruno Galluccio è nato a Napoli. È laureato in fisica e ha lavorato in un’azienda tecnologica occupandosi di telecomunicazioni e sistemi spaziali. Il primo libro di poesia, Verticali, è uscito per Einaudi nel 2009.
Sempre per Einaudi ha pubblicato La misura dello zero (2015) e Camera sul vuoto (2022).
Di seguito gli altri incontri in programma:
– 8 aprile – Matteo Lefèvre
– 13 aprile – Elisa Donzelli & Christian Sinicco
– 27 aprile – Elio Pecora