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Quel giorno a Capaci morì la democrazia, la democrazia rinasce da Capaci

Quel giorno a Capaci morì la democrazia, la democrazia rinasce da Capaci

28 Gennaio 2025 | by Enzo Colarusso
Quel giorno a Capaci morì la democrazia, la democrazia rinasce da Capaci
Attualità
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23 maggio 1992, uscita Capaci, autostrada Palermo-Trapani. La mafia utilizza 500kg di tritolo per ammazzare Giovanni Falcone. E’ un inferno. Corpi ridotti a brandelli, auto accartocciate. Una di quelle macchine, che componevano la scorta al magistrato, oggi è arrivata a Benevento dinanzi la prefettura ed è la memoria vivente, quasi sanguinante, dell’orrido politico-mafioso, delle tenebre che hanno tentato e continuano a tentare di avvolgere la nostra democrazia.

E’ ciò che resta, un ammasso di ferraglie, dell’auto su cui viaggiavano gli agenti Montinaro, Di Cillo  e Schifani, nomi di uomini che continuano ad attraversare la nostra mente, la memoria che si fa storia e la storia che viene trasmessa alle vecchie come alle nuove generazioni. Tanti i ragazzi infatti che quel 23 maggio 1992 lo hanno studiato, forse, solo a scuola, ma non per questo non ne portano le stimmate. E’ il caso di questa ragazza dell’ITI Bosco Lucarelli che abbiamo incontrato in strada.

Michele Martino, referente di Libera, non nasconde il suo sgomento dinanzi a tanta ferocia.

Iniziativa nata sotto l’egida de “DonatoriNati”, associazione donatori volontari del sangue della Polizia di Stato e connotata dalla presenza di Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, che torna a Benevento portando con se tutto il carico del suo dolore personale innervato da passione civile.

 

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