La storia drammatica di Angelo Massaro, della provincia di Taranto, ha avuto inizio con un tragico errore giudiziario, che gli è costato ben 21 anni di detenzione ingiusta. Tutto comincia da una telefonata in cui Angelo, mentre è in cantiere rivolgendosi alla moglie usa un termine in dialetto pugliese per riferirsi al bobcat che stava trasportando.
Gli investigatori, interpretando erroneamente quella parola come “morto” credettero che stesse trasportando il corpo di una persona che avevano ipotizzato fosse vittima di un omicidio. Da questa incomprensione, iniziò un lungo calvario per Massaro, che trascorse anni in carcere separato dalla sua famiglia, con il secondo figlio appena nato al momento dell’arresto.
Durante la detenzione Massaro si dedicò allo studio della giurisprudenza, scrivendo memorie difensive e cercando in ogni modo di attirare l’attenzione sulla sua innocenza.
La sua storia è stata raccontata nel docufilm “Peso Morto”, che è stato proiettato durante il convegno “Tutti possiamo diventare ‘Pesi morti’.
Storie di errori ed orrori giudiziari”, che si è tenuto nell’Auditorium del Seminario Arcivescovile di Benevento.
L’evento, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Benevento, dall’Università Giustino Fortunato, dalla Scuola di Formazione Forense di Benevento e dalla Camera Penale di Benevento, ha visto la partecipazione di numerosi studenti e cittadini.
Sono intervenuti i giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, fondatori dell’Associazione Errorigiudiziari.com, e l’avvocato Domenico Russo, componente dell’osservatorio nazionale sugli errori giudiziari che ha moderato l’incontro.