Ci sono voluti due anni buoni prima di vedere questa misura pics uscire dalle secche delle polemiche, a volte delle ironie, più volte dei sarcasmi, e imporsi all’attenzione generale. Non saremmo forse al cospetto di un’opera d’arte e sarebbe stato pressocchè impossibile visto che l’opera d’arte e che opera d’arte è li a due passi, ma il lapidarium è di certo il manufatto più discusso della seconda sindacatura Mastella, che si mette alle spalle l’infopoint ed è tutto dire, l’Hortus Conclusus, manco a parlarne, ed quello su cui il sindaco ci ha scommesso di più e preteso di più dai suoi collaboratori.
E’ un po il marchio di fabbrica del mastellismo non darla vinta a coloro che si ritengono detrattori o presunti tali, per cui l’impegno e la pertinacia nel portare a termine il lapidarium sono stati ancora più intensi. Un’impresa, comunque, per nulla semplice, a prescindere dai gusti, perchè i reperti inseriti nella teca sono stati oggetto di supervisioni meticolosissisme, le garanzie sono state capillari, il controllo della Soprintendenza assai rigido. Alla fine al cittadino ed al turista si è offerta l’opportunità di godere comunque di reperti straordinari; poi, manzonianamente, ai posteri l’ardua sentenza.
Ma i Pics sono il passato. Ora si guarda ai PRIUS e il vicesindaco De Pierro è già proiettato verso nuovi orizzonti.