Secondo uno studio di Demoskopika, pubblicato in anteprima dall’agenzia Ansa, la Campania emerge come la regione italiana con il più alto rischio di infiltrazioni mafiose nel settore turistico e alberghiero. Tra le cinque strutture turistiche e alberghiere confiscate in Italia, una si trova proprio in Campania, un dato che conferma l’allarme relativo alla presenza della criminalità organizzata nel tessuto economico locale.
Il report di Demoskopika, che ha classificato le regioni italiane in tre categorie di rischio (alto, medio e basso), evidenzia che la Campania ha ottenuto il punteggio più alto, con 122 punti. Questo risultato deriva da diversi fattori ritenuti “sensibili” per l’individuazione di infiltrazioni mafiose. Tra questi, spicca il numero di alberghi e ristoranti confiscati, che in regione sono ben 67, pari al 21,8% del totale nazionale delle strutture che hanno subito la stessa sorte. Inoltre, il numero di richieste di avvio di istruttorie antimafia legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è aumentato notevolmente nel 2023, con quasi duemila richieste pervenute in un solo anno. A ciò si aggiungono i 155 provvedimenti interdittivi antimafia emessi dagli Uffici Territoriali di Governo, che sono stati disposti a seguito degli approfondimenti effettuati dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA).
Un altro elemento che sottolinea la vulnerabilità della regione riguarda le operazioni finanziarie sospette. Nel 2023, sono state segnalate ben 16mila operazioni sospette, che includono anche le segnalazioni di rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
Le altre regioni incluse nel gruppo ad alto rischio sono la Lombardia (119,3 punti), il Lazio (117,7 punti), la Puglia (106,9 punti), la Sicilia (103,5 punti), la Liguria (101,7 punti), l’Emilia Romagna (101,3 punti), il Piemonte (100,9 punti) e la Calabria (100,5 punti).
Al contrario, alcune regioni italiane presentano un rischio molto più basso di infiltrazione mafiosa nel settore turistico. Tra queste, la Valle d’Aosta, il Molise, il Friuli Venezia Giulia, la Basilicata, l’Umbria e il Trentino Alto Adige sono considerate aree a bassa vulnerabilità, con punteggi inferiori a 93 punti.
Il report sottolinea come la Campania, insieme ad altre regioni del sud, necessiti di un monitoraggio costante e di interventi mirati per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose, soprattutto in un settore così strategico per l’economia locale come il turismo.