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Altrabenevento: “Solitek ma non solo, nessuno parla più del Deposito Ferroviario”

Altrabenevento: “Solitek ma non solo, nessuno parla più del Deposito Ferroviario”

6 Dicembre 2024 | by Enzo Colarusso
Altrabenevento: “Solitek ma non solo, nessuno parla più del Deposito Ferroviario”
Attualità
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Ritorna all’interesse della cronaca la disamina di Altrabenevento che questa volta si concentra sulla vicenda Solitek e vieppiù sulla questione del Centro Servizi del Deposito Ferroviario di Benevento e la vicenda dei relativi lavoratori a rischio.

Gabriele Corona parte con la questione del’azienda lituana che sembrebbe ormai avere alzato bandiera bianca.

“La promessa degli investimenti baltici è stata strombazzata dal sindaco Mastella, ovviamente, varie volte, soprattutto nelle campagne elettorali e nelle manifestazioni istituzionali a Roma e a Benevento alla presenza di ministri, ambasciatori, prefetti, imprenditori, amministratori pubblici e privati.

Ma già dopo l’annuncio ufficiale di aprile 2023 si era capito che qualcosa non quadrava: i lituani avevano la solidità finanziaria per questa operazione? Venivano per “investire” o per acquisire finanziamenti pubblici italiani?

Per contrastare i dubbiosi, l’ex Ministro a dicembre 2023 dichiara: “Finalmente quando i corvi e i malpensanti di professione pensavano che la notizia da noi data e da me sottoscritta, con protocollo ufficiale, della presenza della Solitek a Benevento, fosse una balla, ieri è arrivato il responso: 50 milioni di investimenti con 327 assunti e altri 300 dall’indotto, sono una realtà. Credo sia l’investimento più grande negli ultimi anni. Ne sono, ne siamo orgogliosi. Il progetto Solitek, che entrerà in funzione nel giro di due anni, ha concluso Mastella, rafforza la presenza nel mercato europeo del comparto agrivoltaico.”

Nonostante il tono deciso che galvanizza assessori e consiglieri, suoi ridicoli imitatori, già ad inizio 2024 l’affare Solitek appariva chiaramente in discussione.

La società aveva ricevuto a dicembre 2023 dal Commissario Straordinario della ZES Campania l’autorizzazione ad insediarsi nella zona industriale di Ponte Valentino; il governo italiano aveva già formalmente garantito anche un finanziamento PNRR di 31 milioni di euro e pertanto i lituani dovrebbe dovuto investire solo 17 milioni di euro per cominciare subito i lavori di ristrutturazione, adeguamento e ampliamento degli edifici, poi allestire la fabbrica, assumere il personale, fare la formazione, ricevere tutte le complesse autorizzazioni  ed avviare la produzione dei pannelli fotovoltaici e delle batterie di accumulo entro giugno 2026.

Tempi strettissimi ma la Solitek non ha ancora neppure chiesto le autorizzazioni edilizie per i lavori perché non ha comprato, da una società di Montefusco, il suolo e i fabbricati ex Wierer per il costo pattuito di 4 milioni e 400 mila euro.

Il preliminare di febbraio 2023, prevedeva la firma dell’atto notarile per il trasferimento della proprietà a fine dicembre 2023 ma finora l’acquisto non è stato completato.

Mastella non spiega cosa ha fatto dinanzi a questi inequivocabili segnali di crisi del progetto imprenditoriale, sappiano solo che a marzo di quest’anno è volata in Lituania lady Sandra per promuovere dolci e liquori, su invito della Camera di Commercio di Italia-Lituania intimamente connessa alla Solitek.

Infatti, Ugo Meucci socio e amministratore della società interessata ai finanziamenti italiani per la promessa fabbrica a Benevento, è anche Segretario Generale di quella Camera del Commercio presieduta dalla moglie.

Al ritorno dal viaggio in Lituania, Sandra Mastella, poco prima della sua candidatura al parlamento europeo, dichiarava “Ho avuto assicurazioni dal Presidente che tutto sta procedendo per la realizzazione a Benevento della costruzione della filiale SOLITEK, quindi avremo questa grande azienda che darà un futuro a tanti nostri concittadini e concittadine”.

La Signora non ha spiegato, però, perché i lituani non avevano ancora comprato neppure il terreno e i capannoni e come pensavano di superare i notevoli ritardi per rispettare i tempi stabiliti dagli atti con i quali hanno ricevuto i finanziamenti italiani.

Le recenti polemiche politiche hanno costretto Mastella ad intervenire affinchè sia concesso ai lituani il tempo necessario a recuperare finanziamenti privati per acquistare terreni e capannoni.

Il miracolo dovrebbe compierlo un avvocato beneventano che spera di convincere alcuni imprenditori cinesi ad entrare nell’affare.

Ma mentre le attenzioni politiche e le speranze di lavoro si concentrano tutte sull’asse Lituania-Benevento-Cina è invece calato il silenzio sul Deposito Ferroviario che doveva diventare, sempre per dichiarazioni di Mastella, un centro servizi per assistenza e manutenzione della rete ferroviaria con ulteriore occupazione.

La grande area di via Valfortore per oltre un secolo è stato un concentrato di attività di qualità (officine meccaniche, manutenzione delle linee, allestimenti e sartoria per le carrozze lusso, ecc.) ed ha occupato fino a 300 lavoratori.

Trenitalia ha annunciato dagli inizi di quest’anno che entro fine dicembre 2024 avrebbe abbandonato la sede beneneventana ma i sindacati, innanzitutto la CIGL, hanno assicurato che sarebbero stati garantiti almeno i 58 attuali posti di lavoro (dipendenti Trenitalia, Alstom, Dussman, e Mercitalia).

Finora però solo 14 lavoratori sono stati trasferiti da Trenitalia a RTI e rimangono al deposito di Benevento per assistenza alla rete.

Altri 10 sono stati assegnati a Napoli, 11 trasferiti a Sulmona, 4 vanno in pensione e i rimanenti 19 sono arrivati a Natale senza sapere quale sarà il loro prossimo destino.

Nessuno ne parla, stranamente!

Non lo fa Mastella che aveva promesso il suo autorevole intervento a garanzia di questi lavoratori; non lo fa il segretario della CGIL Trasporti, Anzalone, tra i 14 garantiti dal passaggio Trenitalia-RFI che aveva definito “chiacchiere da bar” le preoccupazioni espresse da Altra Benevento; non lo fanno gli altri sindacati che per altre “vertenze” organizzano, giustamente, scioperi, occupazioni, delegazioni dal Prefetto; non ne parlano neppure i politici locali, regionali e nazionali che di tanto in tanto annunciano interrogazioni o interventi presso i ministri competenti a garanzia dell’occupazione e dello sviluppo del territorio.

Perché tutti fanno finta di non ricordare l’importanza del Deposito Ferroviario centro per la manutenzione, i controlli, i sistemi di sicurezza e il tempestivo intervento in caso di guasti?”

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