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Il miracolo delle radici

Il miracolo delle radici

4 Dicembre 2024 | by Enzo Colarusso
Il miracolo delle radici
Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo questa nota da parte dell’Ingegner Carmine De Gennaro, Presidente onorario del movimento Benevento Città Verde.

Il miracolo delle radici

Benevento sta incrementando la sua dimensione turistica. Sarebbe stato  bello e opportuno disporre nei pressi del Viale degli Atlantici la seguente tabella: “ Caro turista, benvenuto a  Benevento, città millenaria di monumenti e bellezze. E’ la città in cui oggi hai anche il privilegio unico di fare una passeggiata in una strada costeggiata da due filari di maestosi e sontuosi pinus pinea o domestici o italici o a ombrello degnamente iscritti nell’elenco degli alberi monumentali della Campania e d’Italia”.

Purtroppo, non è andata cosi e Benevento sta pagando già da anni le sue scelte di civiltà per tante cose:  l’aria inquinata, la non depurazione, la disoccupazione giovanile, la fuga di chi va via per sempre per lavoro ed è inutile soffermarsi su di chi è la colpa su queste cose, senza distingui. Cioè quelli di  molto prima che piantumarono le conifere negli anni 30, quelli di prima, quelli di oggi e probabilmente anche quelli che arriveranno domani. Boh.

Noi Beneventani spesso non siamo consapevoli del valore unico ereditato dalla storia per la presenza dei pinus  pinea in città e tale valore supera di gran lunga gli inconvenienti e le spese del dissesto dei marciapiedi e del manto asfaltato causato dal pino laddove le sue radici sono sottoposte alla pressione delle auto in sosta o in transito. Il pinus pinea è un albero straordinario; è un essere vivente dotato di una sofisticata e complessa intelligenza capace di insediarsi, trasformare geometria di radici, di chioma e tronco  e vivere in posti dove altri alberi non osano. Prima che dall’uomo il pinus, milioni di anni fa, fu diffuso in Europa  dalla gazza azzurra, che, amando cibarsi preferibilmente di pinoli, li portava in giro nascondendoli poi nei posti più insoliti e impensati , ossia terreno e altro.

I pini crescono ancorati con forza al terreno grazie al proprio sofisticato e poderoso sistema radicale. Piantati in aiuole spaziose  presenti sui marciapiedi del viale degli Atlantici fino a alcuni decenni fa, non in presenza di traffico intenso e senza posteggio ravvicinato, i pini non provocavano sollevamento del suolo che, invece , diventa marcato  dove le radici superficiali del pino sono sottoposte ad una pressione orientata, quale quella esercitata dal peso dei veicoli in sosta o in transito. Poi l’arrivo selvaggio della pavimentazione che ha eliminato le aiuole ossigenanti, degli scavi per installare servizi vari a ridosso del sistema radicale, del traffico diventato intenso e della sosta ravvicinata ha complicato la vita delle radici superficiali facendole emergere dagli strati soprastanti.

L’apparato radicale resta sicurissimo per la stabilità dei pini il cui sistema radicale “ si organizza” anche su substrati infidi che sono poco adatti a sostenere grandi alberi. Tale apparato è costituito da un enorme fittone verticale ( è un robusto prosieguo sotto terra del soprastante tronco con pari diametro dello stesso per alcuni metri di sviluppo in profondità)  con numerose radici fascicolate dalle quali partono nuovi fittoni verticali. Si viene così a creare un sistema di più palchi orizzontali, a diversa profondità, rinforzato da fittoni verticali. Le radici corda, infine, più sottili e numerose, vanno in tutte le direzioni, completando il consolidamento del volume di terreno interessato. E’ un sistema radicale di straordinaria robustezza e stabilità che si installa e si organizza  anche su terreni con substrati instabili e infidi, tipo ghiaia, sabbia , argilla. E’ un sistema di fondazione simile a una platea in cemento armato con l’aggiunta di  pali fondali  armati che si realizza in territori fortemente sismici con delicato stato del terreno.

E’ il sistema radicale dei pini presente sotto tutto il viale Atlantici strada e marciapiedi compresi. Il pino si organizza durante la sua lunghissima vita ( oltre 250 anni talvolta )  per sfidare la natura e… l’uomo. Nel trasformare la propria chioma a ombrello in fase adulta il pinus pinea si trasforma in un laboratorio di ingegneria da Formula Uno , rendendo “ aerodinamico” il fogliame come in una macchina da corsa per azzerare o ridurre al minimo livello l’effetto impattante dell’aria e, nel caso dell’albero, del momento ribaltante delle folate del vento. Le chiome dei pini, a differenza della maggior parte degli altri alberi, non si intrecciano e si mantengono a distanza con le punte allontanandosi con la deformazione del tronco o fusto anche dalle case. Gli aghi che cadono dai rami fanno con la loro chimica “terra bruciata” sotto di essi  evitando la crescita di piante concorrenti ( anche piccoli pini).

Negli ultimi novant’anni non sono caduti pinus pinea sul Viale degli Atlantici. Quelli caduti sono stati tagliati dall’uomo per ragione di sicurezza perché malati e pericolosi negli ultimi anni. Talvolta ma non sempre. Nel marzo del 2019 dodici pini ubicati nella zona del tabacchi Mainella sempre sul viale degli Atlantici si organizzarono, tanto per fare qualcosa di nuovo, per cadere nello stesso momento tutti insieme. Non sapevano però che la città era dotata di risorse umane capaci di leggere nel loro pensiero criminoso. Furono tutti immediatamente abbattuti e la città tutta tirò un sospiro di sollievo.

Fu  uno straordinario capitolo sulla sicurezza di Benevento  da ascrivere, insieme a tanto altro, tanto per non cambiare, alla…storia d’Italia stessa. Qui a Benevento va purtroppo avanti da tempo una logora e triste storia di pregiudizi sul verde e sulla presunta alta pericolosità dei  pini e solo dei pini dei nostri viali. Cadono anche altre piante di medio e alto fusto se non debitamente controllate, curate e non abbattute quando necessario. Può cadere e cade anche altro se il maltempo ci mette lo zampino. Il territorio con il precipitare degli eventi meteo diventa ad alto rischio e l’Amministrazione comunale fa la sua parte per fronteggiare, ridurre, mitigare rischi sempre più frequenti e quasi giornalieri.

Due giorni fa,  cade un pino a Salerno perché probabilmente mai controllato per via del marcio alla base del tronco ( da foto esaminate), fa dei feriti gravi, si riferisce che è colpa delle radici e torna la giostra della pericolosità dei pini di Benevento. I pini di Benevento sono super controllati: qualche anno  ( l’assessore al Verde  Alessandro Rosa sta operando egregiamente)  e pure il mese  scorso sono  state effettuate prove strumentali di trazione per simulare effetti venti a 120 chilometri all’ora ( mai visti a Benevento ma non si sa mai con l’estremizzazione crescente degli eventi climatici) e altro…Controlli estesi a tutti  gli alberi di pini per constatare anche la presenza di cavità, di marcio , di parassiti, di rami ammalati, fogliame, etc….Bene, anzi benissimo.

Questi controlli periodici del verde vanno doverosamente e periodicamente  estesi a tutto gli alberi di medio e alto fusto nel beneventano per evitare episodi tragici come a Salerno l’altro ieri e come la caduta improvvisa dell’enorme e sontuosa quercia mai sottoposta a indagini prima del crollo senza fortunatamente vittime di via Meomartini nel luglio del 2022.La sicurezza dei Beneventani ha priorità su tutto! Controllare tutte le piante, curare quelle curabili, fare manutenzione, abbattere ogni albero ritenuto pericoloso  a seguito delle indagini e delle prove da eseguire su tutto il verde con fusto consistente. Ritornando sui pini, va ribadito che il loro problema, qui a Benevento,  e il loro possibile futuro  di esistenza stessa in città è strettamente legato alla lotta mirata alla Cocciniglia Tartaruga, parassita che ha attaccato quasi tutti i pini domestici esistenti  da noi.

Un terapia di cura con l’abamectina del Vargas fu effettuata nel settembre  2022 dalla società Gea esperta del settore cure endoterapiche al verde. Fu fatto un errore perché tale cura avrebbe dovuto coinvolgere tutti i pinus pinea presenti a Benevento sanificando tutto il territorio per un raggio di cinque chilometri che comprende anche le filari alberate del viale che porta al Cimitero comunale. La cura endoterapica con il Vargas, come per certi medicinali  come gli  antibiotici, va ripetuta almeno nella prima fase di terapie ogni ventiquattro mesi estendendole a tutte le essenze arboree presenti sul territorio cittadino del nostro pino italico. I ventiquattro mesi dal settembre 2022 epoca dell’avvio della cura sono passati e siamo in ritardo.

 

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