«Il Consigliere provinciale Vincenzo Fuschini ne ha fatto un’altra delle sue diffondendo “urbi et orbi” una sua dichiarazione in merito alla mancanza di riscaldamento presso il Liceo Linguistico di Telese Terme.
Il Consigliere imputa alla Provincia il mancato intervento per rimuovere dall’edificio del Linguistico la pompa di calore andata in tilt: con questa affermazione dimostra di non sapere che quell’edificio che ospita il Linguistico è di proprietà del Comune di Telese Terme che, ai sensi dell’art. 7 del contratto di locazione siglato tra Comune e Provincia di Benevento il 29.6.2021, prevede che a carico del conduttore dell’immobile (cioè della Provincia) compete la manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento e non l’acquisto “ex novo” dello stesso (che è incombenza del proprietario e cioè del Comune di Telese Terme).
La mancata conoscenza di questa norma contrattuale da parte del Consigliere provinciale Fuschini è grave perché egli è anche Vice Sindaco di Telese Terme (cioè dell’Ente proprietario): o forse dobbiamo pensare che egli abbia volutamente messo in cattiva luce la Provincia anche agli occhi degli studenti, dei docenti, degli amministrativi che accedono al Liceo?
Bene ha fatto, dunque, il Dirigente del Settore Edilizia Scolastica della Provincia, dopo l’ennesimo attacco del Consigliere provinciale /comunale Fuschini, a diffidare formalmente l’Amministrazione Comunale di Telese Terme all’acquisto ed installazione di una nuova pompa di calore, assegnando alla stessa Amministrazione comunale tre giorni di tempo a far data dal 2 dicembre per adempiere. In caso di inosservanza, comunque, provvederà la Provincia a farlo rivalendosi per le relative spese sul Comune di Telese Terme proprietario.
Per l’intanto, la Provincia si scusa con la comunità scolastica del Linguistico di Telese Terme per la mancanza di riscaldamento.
Il Consigliere Fuschini non è nuovo ad “inciampi” del genere, così come, in verità, non lo sono anche altri Soggetti.
Nei giorni scorsi il Presidente della Provincia è stato accusato di aver posto in essere “soprusi” e di aver maturato decisioni “strampalate” nei programmi di abbattimento e ricostruzione di due Istituti della Secondaria Superiore in Benevento.
In altre parole, il Presidente della Provincia avrebbe commesso atti antidemocratici e folli:
1) per aver esercitato un lungo lavoro politico finalizzato a salvare dalla cancellazione investimenti di spesa pubblica per decine di milioni di Euro con i quali si vogliono rendere sicure dal punto di vista sismico le Scuole Superiori di piazza Risorgimento;
2) per aver voluto assicurare strutture adeguate ai propri compiti a Scuole prestigiose e ricchi di storia;
3) per voler tenere alta la qualità degli interventi di natura urbanistica e architettonica in un punto centrale della Città;
4) per aver richiesto ed ottenuto tutte le autorizzazioni da tutti gli Organi deputati a farlo, a partire dal Consiglio Provinciale, e comprese anche le Autorità scolastiche e d’Istituto sempre informate puntualmente sui programmi di edilizia.
5) per aver, in buona sostanza, voluto salvaguardare la presenza della Scuola sul territorio.
“O tempora, o mores!“»