Di seguito nota stampa del Comitato Salviamo la Scuola Torre e il quartiere Mellusi dallo scempio:
‘REMEMBER, PEOPLE!
Cari Beneventani,
continua la triste distruzione delle patrie memorie a più livelli. Quella che più di tutti ci colpisce per vicinanza e per importanza è lo scempio perpetrato nei confronti della scuola “Federico Torre”, ma non meno importanti sono quelle avviate ai danni di altre zone, come Piazza Risorgimento. Scientemente, le diverse amministrazioni, ultima quella attuale, hanno smantellato via via i mercati, prima quello storico di Piazza Commestibili, dirottato in un punto meno centrale, deprimente a vedersi, ora quello dei panni di Piazza Risorgimento, delocalizzato in un posto sprovvisto di ogni riparo e senza la contiguità del mercato alimentare, che creava una sinergia commerciale utile ai clienti e ai venditori. Troppo ci sarebbe da dire sulle incomprensibili scelte di spostare il terminal degli autobus, di dare i permessi per costruire un megaparcheggio davanti a caseggiati che si troveranno i tubi di scappamento ad altezza di balconi, di rendere invisibile il Liceo Classico coprendolo alla vista con pensiline per gli autobus o altri riempitivi.
Piazza Risorgimento è frutto della visione artistica dell’architetto Luigi Piccinato, autore anche del piano regolatore della città. Egli disegnò quella piazza con una precisa concezione architettonica, ponendo nel punto focale della visuale la massima istituzione culturale di allora; chiunque passi posa il suo sguardo sul Liceo, a voler significare che la cultura classica è il perno intorno a cui ruota l’Umanesimo. “Ma tutto questo Alice non lo sa!”- cantava Francesco De Gregori.
Torniamo quindi al punto dolente, la scuola Torre, altra opera di pregio architettonico, di cui ora si propone dopo l’abbattimento, la sostituzione nientepopodimeno che … con un prefabbricato, visto che già è stato sforato il cronoprogramma. Finalmente, dopo la richiesta di accesso agli atti, presentata dal consigliere Francesco Giuseppe Farese, si possono leggere altri documenti, tenuti ben celati negli uffici comunali, tra i quali vi è anche la risposta che i tecnici del Comune, architetti Simona De Filippo e Antonio Iadicicco hanno dato alla interpellanza presentata dai consiglieri di opposizione, che mostra l’arroccamento sulle scelte fatte, senza tener conto delle legittime ragioni dei cittadini.
La risposta si articola in 5 punti, quante erano le osservazioni dei consiglieri di opposizione relativamente alla questione della chiusura di via Marmorale, senza la dovuta variante urbanistica, e a quella dell’eccessiva volumetria dei nuovi edifici che dovrebbero sorgere sulle ceneri della scuola Torre, ai quali si aggiungerebbe il famoso auditorium. Poi, sua sponte, magnanimamente, i tecnici del Comune forniscono un sesto punto, “pur se non compreso tra i quesiti formulati dai Consiglieri” circa il grande mistero costituito dall’indice di rischio sismico, che ha determinato per il Comune la valutazione del progetto utile ad ottenere il finanziamento.
Nella risposta dei tecnici, infatti, a pag. 7 si legge: “A chiarimento delle apparenti contraddizioni o incongruenze, sollevate strumentalmente e tali da far ritenere una errata attribuzione di punteggio relativo all’indice di rischio e quindi una conseguente non legittima assegnazione nella graduatoria ministeriale, si precisa che nella redazione degli studi di vulnerabilità sismica, eseguiti per entrambe le scuole nell’anno 2018, prima della pubblicazione del bando in questione, l’indice di rischio (IR), riportato poi nella scheda di progetto quale valore più basso tra quello della scuola N. Sala, pari a 0,32, e quello della scuola F. Torre, pari a 0,33, veniva espresso quale rapporto di resistenza e sollecitazione e non invece come rapporto di accelerazioni allo SLV”.
Il nuovo indice per entrambi gli edifici – essi dichiarano – è 0,12, cioè hanno un alto rischio sismico, che giustifica l’attribuzione del massimo punteggio da parte del Ministero per questo requisito.
Il riferimento critico è alle nostre dichiarazioni circa un possibile errore per eccesso nell’attribuzione del punteggio da parte del Ministero.
Nel corso del consiglio comunale del 22 ottobre scorso, l’assessore ai LL. PP., Pasquariello aveva affermato che l’indice di rischio sismico degli edifici scolastici da abbattere era appunto 0,12, lo stesso valore per cui fu decretata la chiusura delle scuole Bosco Lucarelli e Pellico. Alla richiesta del consigliere Moretti su come poteva l’assessore fare dichiarazioni così difformi dall’esito delle perizie, Pasquariello non volle dare altre spiegazioni. Solo con l’accesso agli atti, oggi, possiamo ricostruire la vicenda su cui si basavano le dichiarazioni di Pasquariello.
Dalla documentazione pervenuta dal Comune, e forse non del tutto completa, risulta che due periti nel 2018 nelle loro relazioni di complessive 700 pagine avevano determinato l’indice di rischio sismico di 0,33 per la Torre e di 0,32 per la Sala, che hanno consentito la normale frequenza degli allievi. Tali valori sono stati trasmessi dal Comune al Ministero dell’Istruzione tra i requisiti per determinare l’ammissione al finanziamento. Tuttavia, i metodi per determinare questi indici di rischio sono stati ottenuti con metodologie differenti: col calcolo delle resistenze per la Nicola Sala, e col calcolo delle accelerazioni per la scuola Torre. Il primo metodo non è conforme a quello richiesto dal bando del PNRR (e ciò sarebbe stato già sufficiente per escludere l’edificio dal progetto); il secondo è conforme al bando. Nella Verifica di vulnerabilità dell’edificio Torre, Corpo I, pag. 23, è esplicitamente dichiarato che l’indice 0,33 “coincide col minimo moltiplicatore dell’accelerazione di collasso”. Quindi esso è stato calcolato correttamente. Successivamente dal Ministero è stato richiesto evidentemente di ricalcolare col metodo conforme al bando anche l’indice di rischio sismico relativo alla Nicola Sala; il nuovo calcolo, come si evince dalla scheda tecnica ha portato il valore a 0,12. Con un volo pindarico, questo stesso valore di 0,12 è stato però esteso anche alla Torre, sebbene il calcolo per questo edificio, come si è detto, era stato eseguito in maniera conforme al bando. Un’asseverazione del perito presente tra i documenti attesta che il nuovo valore di 0,12 riferito al rishio sismico della Torre è esito di calcoli “eseguiti a mano”, il cui procedimento non è stato neppure accluso a corredo di tale asseverazione risalente almeno a marzo 2022.
Il RUP di conseguenza ha trasmesso al Ministero il nuovo valore 0,12 nella scheda di sintesi e Benevento ottiene il punteggio sperato.
Quindi le 700 pagine di complessissimi calcoli e verifiche statiche che costituiscono le due perizie sugli edifici delle scuole Torre e Sala, con o senza metodo delle accelerazioni non sono servite a niente? Sono stati molto più opportuni i calcoli “eseguiti a mano” e non riportati, da cui emerge che le scuole sono ad altissimo rischio sismico avendo un indice di 0,12? Dobbiamo andare a fiducia? Ma a che gioco giochiamo? Se è vera questa dichiarazione, desta grande perplessità che gli alunni della Torre siano stati dal 2022 al 2024 in una scuola ad alto rischio sismico e, quel che è peggio, che gli alunni della Sala ci sono ancora! E come mai l’indice di rischio 0,12 viene attribuito anche alla Torre nel 2022, malgrado la correttezza del procedimento di calcolo fatto nel 2018? Come si fanno i calcoli manuali, ben 4 anni dopo la perizia, con la morra? Qualcosa non torna. Ma quella che non torna davvero è l’onestà!”