Guerre e sopraffazioni, violenze e morte, fame e malattie. Esistono parti del mondo che per nostra fortuna vediamo solo in tv e che vivono da sempre immerse in uno stato di emergenza continuo, spesso dimenticato dai media se non recuperato all’attenzione generale in presenza del riacutizzarsi delle crisi umanitarie o quando fa audience. E purtroppo le cronache di questi mesi pullulano di gente disperata che muore sotto le bombe delle autocrazie così come delle sedicenti democrazie.
In questo contesto infernale operano e purtroppo a volte muoiono gli operatori umanitari, medici, paramedici e volontari in senso lato che con la loro presenza costituiscono, in tante occasioni, l’unico presidio di salvezza per chi vive in situazioni catastrofiche. E allora Gaza piuttosto che l’Ucraina, lo Yemen come le guerre dimenticate in Africa o in Asia, laddove c’è bisogno di cure Medici Senza Frontiere, come altre organizzazioni umanitarie, arriva a portare sostegno e speranza spesso in un clima di diffidenza e in molti casi di palesata avversione.
L’Università del Sannio ha inteso incontrare proprio l’ONG francese al Dipartimento di Scienze e Tecnologie per accendere un faro su questo universo fatto di tanto impegno e tanto coraggio con un punto informativo per sensiblizzare le coscienze riguardo alle emergenze umanitarie diffuse nel mondo.