I capoluoghi di provincia della Campania risultano tra i peggiori in Italia per qualità ambientale, secondo il rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, redatto in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. La classifica, che valuta 106 capoluoghi italiani, vede tutte le cinque città campane in retrocessione rispetto al 2023. Napoli, fanalino di coda tra le grandi città, è al quart’ultimo posto, dopo una discesa dal 98° dell’anno scorso.
Per Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, è evidente come, per uscire dall’attuale “emergenza urbana,” sia necessaria una strategia nazionale che favorisca scelte di sviluppo sostenibili e vicine alle necessità dei cittadini: “Non si potrà vincere la sfida ambientale e climatica senza una vera rivoluzione delle aree urbane, che rappresentano non solo i luoghi di residenza della maggioranza della popolazione, ma anche i territori in cui si amplificano le crisi ambientali, sociali ed economiche.”
Le città campane continuano a registrare un elevato tasso di inquinamento atmosferico. Sono collocate nella classe più bassa per il rispetto dei valori guida dell’OMS, che fissa parametri più severi delle normative UE per inquinanti come PM10, PM2,5 e NO2. Tra i capoluoghi, Napoli risulta in una posizione “scarsa” per qualità dell’aria, mentre Salerno, Benevento, Caserta e Avellino sono solo “appena sufficienti”. Biossido di azoto e particolato sottile (PM10 e PM2,5) restano fra le criticità più significative, nonostante una lieve diminuzione negli ultimi cinque anni.
La situazione idrica non è migliore: Salerno e Caserta registrano un tasso di dispersione dell’acqua in rete pari al 61%, seguite da Benevento al 57%. La dispersione della rete idrica è una problematica strutturale che necessita di investimenti mirati per ridurre sprechi e migliorare l’efficienza.
Per risanare le città e renderle più sostenibili, Legambiente evidenzia la necessità di investimenti in mobilità sostenibile, spazi verdi urbani, e una gestione dei rifiuti efficace:
La gestione dei rifiuti è una questione cruciale:
Per le energi rinovabili solo Avellino mostra un minimo di diffusione di energie rinnovabili, con 7,99 kW di solare termico e fotovoltaico per 1000 abitanti. Le altre città, come Napoli (0,21 kW) e Salerno (1,44 kW), evidenziano una mancanza di investimenti in questo settore.
Legambiente sottolinea che per rendere le città più vivibili occorre una riqualificazione delle aree urbane, in particolare delle periferie, includendo foreste urbane e spazi pedonali per mitigare le ondate di calore e promuovere spostamenti sostenibili. “Se non ora, quando?” è la domanda conclusiva di Legambiente: il miglioramento delle performance ambientali delle città campane non è più rimandabile.