Per valorizzare un territorio bisogna prima saperlo proteggere. Episodi come quello del grande faggio mutilato, nel paesaggio da cartolina di Ripe della Falconara a Montella, sono sintomo di una diffusa noncuranza, specialmente da parte dei comuni del Parco Regionale dei Monti Picentini.
Appare molto strano, infatti, che il sindaco di Montella, non abbia speso una sola parola di biasimo per il saccheggio e la distruzione del belvedere di Ripe della Falconara e in generale dei nostri monti. Contestualmente, in veste di presidente della Provincia di Avellino, aveva un bel gridare contro Repubblica in “difesa” del proprio territorio. Davanti a un male ben più grave come i tagli illegali nei boschi, vera ricchezza dell’Irpinia, la necessità di difendersi sembra invece non esistere.
L’impegno per il “bene comune” richiede serietà e costanza da parte della pubblica amministrazione. Dinanzi a tali scempi, i primi a prendere posizione dovrebbero essere proprio sindaco, giunta e maggioranza. Purtroppo, registriamo silenzi sconcertanti sul tema “scomodo” dei tagli abusivi.
Nonostante la vasta eco mediatica e la preoccupazione dei cittadini, ancora una volta chi dovrebbe parlare non parla. Senza dubbio, nel silenzio il fenomeno si ripete più facilmente. Lo abbiamo visto tutti con il grande faggio delle Ripe, mutilato nel corso degli anni, e divenuto il simbolo di una gestione fallimentare della montagna. Il patrimonio montano è un bene comune? Sì, ma porta voti solo se lasciato nel caos.
Difatti le regole ci sono, il problema è applicarle in concreto. Perché, diciamocelo: una gestione “blanda” delle aree montane conviene un po’ a tutti. Soprattutto alle amministrazioni locali. Nei piccoli comuni irpini, pochi voti possono decidere le elezioni. E applicare le regole è da sempre sinonimo di perdita di consenso elettorale. Questo è il vero motivo per cui determinati problemi sembrano irrisolvibili. La strada per il bene comune è fatta anche di scelte impopolari, altrimenti si tratta di politica spicciola.
Premesso ciò, l’associazione ambientalista ASA, rappresentata dall’avvocato Rocco Bruno e da Carmine Pascale, in attesa di conoscere gli sviluppi della preannunciata riunione tra i vertici del Parco regionale dei Monti Picentini e il Presidente della Provincia di Avellino, ha nuovamente chiesto un incontro al Presidente del Parco, Pompeo D’Angola. La difesa dell’ambiente non può essere considerata un “affare privato” nelle mani di pochi soggetti istituzionali. ASA, pertanto, ribadisce la necessità di promuovere la partecipazione dei cittadini alle decisioni sulla tutela ambientale.