Per il comitato “Salviamo le scuole Torre-Sala e il quartiere Mellusi dallo scempio”, resta imprescindibile il recupero filologico e la riqualificazione delle scuole, unico elemento che permette di assicurare anche il mantenimento di via Marmorale nella sua funzione di arteria aperta al traffico veicolare e pedonale.
L’interrogazione posta al Comune e sottoscritta delle opposizioni è piuttosto nebulosa. Nel sottotitolo dell’articolo di oggi 12 settembre ne Il Mattino, a firma di Paolo Bocchino, “Torre-Sala il progetto nel mirino del Codacons” a p. 20 si dà per certo che le opposizioni siano contrarie all’abbattimento, ma nel testo questa posizione non si legge da nessuna parte. Non per colpa dell’estensore dell’articolo, ma della poca chiarezza del documento trasmesso. Vogliamo nette prese di posizione; mantenere via Marmorale aperta, mentre intorno c’è il paesaggio di Beirut Ovest o di Gaza o di Benevento dopo i bombardamenti, non ha senso.
Le scuole e la strada sono un sistema unico e devono restare gli elementi distintivi del quartiere, come lo sono da quasi sessant’anni. Assicurare la riqualificazione del quartiere passa per la valorizzazione di quei due edifici che ne hanno costituito la ragione di sviluppo. Inoltre al sindaco che oggi con codazzo plaudente è andato alla scuola Pacevecchia, perché è l’unica decente e viene bene nelle riprese televisive, il comitato fa una proposta: visto che tiene tanto alla sicurezza dei bambini, perché non devolve i soldi che occorrono alla costruzione dell’inutile auditorium, voluto dal Comune, per la messa in sicurezza dei bambini di Grazzanise, ingiustamente esclusi dal finanziamento PNRR per il famoso errore del Ministero? Favorire Benevento a scapito di altri? Non credo che quando parla di sicurezza, il sindaco, nello spirito cristiano che lo anima, si riferisca solo ai bambini del suo Comune. Tutti i bambini dovrebbero essere in scuole sicure. Quello che tutti questi signori (Comune e Provincia) hanno fatto alle scuole di ogni ordine e grado qui a Benevento è gravissimo: questa storia è iniziata sin dal 2018, in 6 anni avrebbero dovuto avere chiari gli spostamenti, i mezzi e le risorse. Oggi si vede l’approssimazione, la confusione, hanno scaricato sui docenti e gli alunni le difficoltà. Questo è: arrangiatevi!
Per evitare che i docenti corrano sotto e sopra, trafelati per raggiungere le sedi dislocate a chilometri di distanza, tra traffico e chiusure e aperture misteriose di ponti (a proposito, ma il ponte Morandi non gli ricorda la tragedia di Genova, al sindaco? Ora quel ponte sul torrente San Nicola è nuovamente agibile e percorribile, sia pure a metà?), si sono stabiliti orari accorpati: gli alunni fanno ad esempio 4 ore di seguito di Italiano in un giorno e poi vedono l’insegnante la settimana dopo; poi magari c’è l’allerta meteo e il giorno di Italiano salta e si rimanda alla settimana dopo ancora.
La scuola è comunità! Non si fa a spezzatino e a intermittenza.