Ancora alta la eco della delibera 171 con la quale la Corte dei Conti della Campania eccepisce la formazione della newco regionale che dovrà gestire la risorsa idrica in una forma di carattrere pubblico-privato. A darne per primo notiozia è stata l’associazione Altrabenevento che su questa, come altre vertenze, fa sentire la propria voce.
Il “non luogo a provvedere”, formula con la quale la Suprema Corte contabile ha inteso riaffermare il principio in base al quale i comuni e solo quelli sono in capo alla decisione di aderire a Sannio Acque, di fatto blocca l’iter per la costituzione del gestore unico e lo fa per la terza volta. La manovra si era sostanziata nell’invio di una deliberazione alla Corte per acquisire il parere favorevole e fare in modo che la Regione poi avrebbe potuto individuare, con apposita gara, il socio privato per imporre ai comuni l’adesione a Sannio Acque.
Va da se che da Mascolo a Forgione ci si affretti a dire, non senza una certa vena di risentimento, che il parere della Corte non impedirà “lo fatale andare” della questione. “Le delibere vanno lette e capite”, dice il coordinatore di Sannio Acque Pompilio Forgione, “e non interpretate, né utilizzate per diffondere informazioni tendenziose. Andremo avanti in maniera inarrestabile”, tuona Forgione.
Ma la questione è anche e forse soprattutto politica. Le scelte fin qui sono state dettate da un perfetto accordo con la linea regionale da parte di Palazzo Mosti anche se oggi quel clima noin c’è più. L’opposizione consiliare composta da PD-Città Aperta-Civico22-Azione e Centro Democratico-Misto parla di “mix tra insipienza sciatteria e arroganza col conto che viene recapitato ai cittadini beneventani, costretti a patire enormi disagi senza che all’orizzonte si profili la soluzione del problema.”
