Con la processione dei “Battenti” ieri si sono conclusi i Riti settennali di penitenza, in onore dell’Assunta, a Guardia Sanframondi. Un evento unico al mondo, difficile da raccontare con parole che potrebbero sminuire o semplificare un appuntamento sacro a cui i guardiesi conferiscono una importanza assoluta, tanta è la fede riposta nella Vergine Assunta.
Battersi il petto non è solo l’unico supplizio visibile agli occhi di un pubblico arrivato in massa, ogni componente della processione compie la sua penitenza fosse solo per resistere alla fatica al caldo di queste giornate infuocate. Allora vedi bambini vestiti con abiti di lana, sfilare nei quadri che immortalano i “Misteri” inscenati da ogni rione. Ragazzi giovanissimi, mamme con i braccio figlioletti di pochi mesi, avanzare sotto un sole cocente che è già una sofferenza. Ma dietro questa forza c’è probabilmente una spiegazione, una fede radicata nel tessuto sociale, nella comunità come un sentimento ancestrale che permea in ogni guardiese.
“Se non sei un guardiese non puoi capire” la frase ascoltata più volte nel corso di una giornata iniziata prima dell’alba, perchè per assistere ai Riti bisogna arrivare presto in paese, prima che chiudano le strade, prima che la comunità si trinceri come in un cerchio di fuoco sacro.
Guardia Sanframondi diventa un’isola, dove respirare forza, fede assoluta. Quella fede che ti pervade con la cerimonia della “apertura della lastra”, la chiamano così in paese l’apertura del vetro della nicchia che conserva l’antica statua lignea dell’Assunta.
I momenti suggestivi sono diversi e tutti da cogliere per provare ad immedesimarsi nello spirito che accompagna la gente di Guardia dal più anziano al più giovane.
Alle sette ieri mattina la gente era già dinnanzi al sagrato del santuario, pronta ad entrare in chiesa, per dare inizio alla cerimonia durata un giorno intero.
Quando la porta si spalanca sulla navata centrale capisci che sta accadendo qualcosa di unico, ma non sai ancora dove dove ti porterà la giornata appena iniziata su suggestioni e emozioni collettive a cui è difficile assistere in maniera distaccata.
I Riti di Guardia Sanframondi non si possono limitare al racconto dei “Battenti” uomini e donne incappucciati che si battono il petto fino a sanguinare o dei flagellanti che si fustigano la schiena con la ” disciplina” una frusta composta di lamelle di acciaio. I Riti settennali sono altro dalla nostra immaginazione, altro da ogni cerimonia sacra per il santo patrono, guai a chiamarla festa. I Riti sono qualcosa di unico, non possono essere raccontati, ma devono essere vissuti almeno una volta per comprenderne il senso e il valore e probabilmente hanno ragione gli abitanti del posto “se non sei un guardiese, non puoi capire”.