C’era una volta Solitek. L’incipit fiabesco, ma di fiabesco in questa storia purtroppo c’è ben poco, serve per spiegare le genesi di una vicenda che aveva entusiasmato non poco quando nel 2023 il sindaco di Benevento Mastella aveva proclamato urbi et orbi che una azienda avrebbe investito qui da noi nel settore delle energie alternative, pannelli fotovoltaici per essere più precisi. Era proprio la lituana Solitek, solide basi d’impresa, capace di un investimento in grado di assicurare 300 posti di lavoro, una vera manna per un territorio afflitto come e più di altri dalla fame occupazionale.
Nell’aprile dello scorso anno la presentazione del progetto a Palazzo Mosti con Mastella che accoglie l’ambasciatrice della Repubblica Lituana in Italia Dalia Kreiviené e il presidente degli industriali lituani Vidmantas Janulevicius, Janulevicious che accoglierà a Vilnius anche Sandra Mastella, a sua volta ambasciatrice delle eccellenze sannite in quella provincia baltica.
Nel maggio, alla presenza del ministro delle imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, fu firmato a Roma il primo contratto di sviluppo per Solitek Industry e nel dicembre il commissario di Governo Zes Giosy Romano firmò l’autorizzazione unica per l’insediamento SoliTek a Ponte Valentino per avviare i lavori, con cinquanta milioni di investimenti. E qui si ferma l’ingranaggio.
Il gruppo Bod avrebbe dovuto comprare il capannone per 4 mln di euro ma i lituani nicchiano e intanto passa dicembre. Si aspettano forse maggiori garanzie burocratiche e fideiussorie che rallentano e a febbraio incontrano di nuovo Mastella a Palazzo Mosti, un Mastella che comincia a parlare di concorrenza del mercato globale, tira in ballo i cinesi, ma assicura che il 2025 è l’anno dell’entrata in produzione dei pannelli.
L’impasse però continua. Il presicente dell’Asi Vessichelli annuncia che a luglio ci sarebbe stato un nuovo incontro con la delegazione ex sovietica ma di lituani, da queste parti, non se ne è avuta traccia. L’impressione è che si stia giocando di strategia tra chi si sente oberato da una burocrazia schiacciante e forse aveva ricevuto garanzie diverse ed ora sollecita la controparte ad agire, della serie noi non facciamo più nulla e voi perdete la faccia. Supposizioni? Probabile, ma ad oggi Solitek resta una chimera come le aspettative cadreghiste di dare segnali importanti al proprio elettorato.