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Via Appia, il futuro nell’antico

Via Appia, il futuro nell’antico

29 Luglio 2024 | by Enzo Colarusso
Via Appia, il futuro nell’antico
Attualità
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“Albo signanda lapillo”, un giorno da circoscrivere col sassolino bianco. Ed è proprio così; l’Appia, la Regina Viarum, costruita sotto il consolato di Appio Claudio Cieco tra il IV e il III secolo aC, l’arteria stradale più importante della romanità, è finalmente patrimonio dell’umnaità, rientra tra i beni sotto tutela Unesco.

Dopo Santa Sofia, ora c’è anche l’Appia che appartiene più alla sfera della idealità, il tracciato attuale segue solo in minima parte quello originario; e tuttavia è il percorso, da Roma a Brindisi, che afferisce alla sacralità di ciò che rappresenta una strada romana; i traffici, gli eserciti che ne hanno solcato i basoli, il senso della comunicazione tra civiltà, tra Oriene e Occidente, col Sannio ombelico del mondo antico, tret d’union tra le diverse parti dell’impero. E non è un caso che proprio al Museo del Sannio, in quella parte che dovrà ospitare la sezione egizia, e nello splendido chiostro di Santa Sofia, ci sia stato il rendez-vous col sindaco Mastella che ha radunato la città per questo grande appuntamento con una mostra dedicata.

Il sindaco preconizza un piano che veda la Via Appia come centro promotore di attività collaterali che possono svilupparsi fino a comporre un quadro che abbracci la sfera culturale ma anche paesaggistica e, aspetto non meno importante, economica tale da costituire un’opportunità pe le zone interne attraversate dal tracciato.

 

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