Non si placano le polemiche che impoerversano tra Fioravante Bosco, già Comandante del Corpo di Polizia municipale di Benevento,e le strutture dirigenziali di Palazzo Mosti. Bosco aveva fatto richiesta di accesso agli atti per avere copia delle determinazioni di attribuzione della retribuzione di posizione e di risultato ai dirigenti comunali relativamente agli anni 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, per uso ricorso al Giudice del Lavoro di Benevento.
Una richiesta bocciata dal dirigente Santamaria perchè “il mero richiamo all’uso ricorso Giudice di Pace non soddisfa l’onere di motivazione che la normativa di cui all’articolo 24 comma 7 della Legge 241 del 1990 impone all’istante in quanto l’istanza di cd accesso difensivo non può lomiotarsi ad un generico riferimento a non meglio precisate esigenze probatorie e difensive, dovenbdone essere motivato il nesso di strumentalità necessaria tra la documentazione richiesta e la situazione finale che l’istante inmtende tutelare”.
Bosco non ci sta e contrattacca con una nuova nota in data 17/07/2024, indirizzata al Dirigente risorse umane, al Sindaco e al Segretario generale, in cui contesta las ratio del diniego: “Va preliminarmente precisato che i dati richiesti dovrebbero essere presenti sul sito istituzionale dell’Ente nella sezione “amministrazione trasparente”, sottosezione “atti generali”, in quanto l’obbligo della pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti, in attesa di una riforma che traspare dalla sentenza della Corte costituzionale n. 20/2019[1], che ha dichiarato parzialmente illegittimo il comma 1-bis dell’art. 14 del D.Lgs. n. 33/2013, rimane solo per i dirigenti apicali di tutte le amministrazioni pubbliche. Quindi, il Suo riferimento all’art. 24, comma 7, legge n. 241/1990 è assolutamente inconferente, trattandosi di una richiesta di dati che dovrebbero essere pubblici ex-lege!”.
“Appare veramente insopportabile dover subire – commenta Fioravante Bosco – questo comportamento spudoratamente insipido da parte del Dirigente delle risorse umane, il quale prima di emettere sentenze dovrebbe comprendere cosa significa oggi per un cittadino l’accesso agli atti della pubblica amministrazione e del suo diritto all’assoluta trasparenza delle scelte operate dagli organi di gestione, principio che si rinviene nell’art. 97 della Costituzione.
Voglio soltanto aggiungere – conclude l’ex capo dei caschi bianchi – che la risposta del predetto dirigente riferita all’art. 24, comma 7°, della legge n. 241/1990, che impone il rilascio degli atti ai cittadini, è stata tratta da commenti relativi a sentenze del Consiglio di Stato che riguardano gli appalti, per cui in quel caso appare chiaro che l’eventuale ricorso al giudice amministrativo da parte di una ditta non potrà essere fondato su una richiesta generica di accesso agli atti, ma bisognerà dimostrare il nesso di strumentalità tra la documentazione richiesta e la situazione finale che l’istante intende tutelare! Infine, una domanda al Sindaco Mastella: per quanto tempo ancora dovremo sopportare questo atteggiamento ottuso e inconcludente che viene posto in essere un giorno si e l’altro pure?”.