Una conclusione insperata dopo anni di lotte e di veleni. La pagina oscura dell’emergenza rifiuti nel Sannio e della relativa chiusura del ciclo integrato sembra, d’incanto, trovare la quadra dopo le tante vicissitudini, le fughe in avanti e gli arretramenti che hanno determinato il convincimento che la questione seguisse connotati politici e non della migliore estrazione e che gli interessi e in molti casi gli appetiti fossero molto più importanti del diritto della cittadinanza ad avere impianti adeguati e funzionanti.
Oggi, nella conferenza stampa che annunciava “urbi et otbi” i contenuti dell’Accordo di collaborazione istituzionale tra la Regione Campania, assente, Ato rifiuti di Benevento, Provincia di Benevento, e le Società per i ciclo rifiuti Samte e Sap.Na è andato in scena un imbarazzante rendez-vous che ha accomunbato enti che per anni non hanno dialogato tra loro se non per scambiarsi accuse, e che di colpo ora ha fatto giustizia di tutti i distinguo e le incomprensioni degli ultimi 8 anni lasciando chiara però la sensazione che il mancato raggiungimento dell’accordo fosse esclusivamente di natura politica e che questo ha impedito che si potesse arrivare ad una conclusione accettabile della vicenda per la quale, a distanza di 6 anni dal rogo dello stir di Casalduni ancora non conosciamo gli esecutori materiali e meno che mai i mandanti di quel raid.
Il volemose bene tra istituzioni che si sono fatte una guerra spietata, vedi Samte e Ato, lascia ora spazio a discorsi circa la realizzazione dell’impianto di trattamento della frazione organica nell’area STIR di Casalduni (BN), e per la realizzazione degli interventi funzionali alla messa in esercizio dell’impianto di discarica di Sant’Arcangelo Trimonte.
Chi si toglie sassi grossi quantio macigni dalle scarpe è l’Amministratire Unico di Samte Mauro che snocciola con assoluta tranquillità i numeri di un lavoro svolto per riportare in bonis i conti della partecipata provinciale
le dichiarazioni nel video che segue
