Fioravante Bosco sempre più arcigno nei confronti di uno dei temi più spinosi in assoluto, quello della nuova macro organizzazione dell’Ente e del Corpo di Polizia Municipale in particolare.
Bosco, che è stato a capo della Polizia Municipale nel recentissimo passato, parte lancia in resta contro quello che ritiene un vero e proprio assurdo; vale a dire la presenza di una figura intermedia dirigenziale fra il comandante del Corpo e il sindaco. E cita la sentenza n. 1470 del 18/03/2019 del Tar Campania che ha accolto il ricorso del dirigente della Polizia Municipale che aveva impugnato gli atti relativi alla macro organizzazione dell’Ente che aveva inserito la polizia Municipale all’interno del Settore amministrativo.
Bosco cita il Tar che ha rilevato che non vi è omogeneità tra Polizia Municipale e settore Amministrativo e l’organizzazione inficia l’autonomia delle funzioni dello stesso servizio di Polizia municipale. Al vertice di questa aggregazione unitaria è posto un Comandante (anch’egli vigile urbano) che ha la responsabilità del Corpo e ne risponde direttamente al Sindaco.
Il Segretario generale, quindi, non può essere il dirigente amministrativo del Corpo di Polizia municipale di Benevento, tuttalpiù può fornire la sua collaborazione per gli “acquisti e le forniture”, lavorando di supporto al Comandante della Polizia municipale.
Tutto ciò premesso, Fioravante Bosco ribadisce che deve essere espunta dal nuovo macro Organigramma presentato alle OO.SS., a seguito della sentenza del giudice del lavoro per condotta antisindacale, la previsione del “Dirigente amministrativo” inserito tra la casella del “Segretario generale” e quella del “Corpo di Polizia municipale”.
Tenuto conto che nella riunione tenutasi nella giornata di ieri tra Amministrazione comunale e Sindacati è stato ribadito che, bontà loro, “la previsione di un ufficio amministrativo, con l’interposizione di un Dirigente è stata giudicata legittima in quanto quest’ultimo avrebbe solo una funzione di supporto e comunque relativa alla gestione amministrativa, come previsto dal dispositivo dell’art. 107 del TUEL”, Fioravante Bosco esprime la personale contrarietà a tale decisione, evidenziando che così facendo si andrebbe nella direzione opposta a quanto statuito, in maniera univoca, dalla giurisprudenza amministrativa e del lavoro.
Bosco non cita mai Santamaria ma è proprio col superdirigente, ultimamente un po in ambasce, che incrocia i ferri. E si riferisce alla riunione di ieri tra Comune e sindacati, una delle prime succecciva alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Benevento che ha condannato Palazzo Mosti per condotta antisindacale.
“Come prevedevo – osserva Fioravante Bosco – dalla lunga riunione di ieri pomeriggio non è saltato fuori nulla di buono, non esiste ancora il verbale scritto, mentre c’è una nota interna per gli iscritti alla Uil Fpl che afferma l’esatto contrario di quanto prevede la legge e di quanto hanno sentenziato negli ultimi 20 anni i tribunali di tutt’Italia. Insomma, l’art. 107 del TUEL nel ragionamento di cui trattasi c’entra come i cavoli a merenda, poiché enuncia i compiti della dirigenza, ma non estingue il diritto del Comandante a svolgere autonomamente le sue prerogative. Infine, non saprei dire chi sia lo scienziato che s’inventa certe eresie, fatto sta che sta per nascere un forte contenzioso dall’eventuale adozione di una nuova deliberazione illegittima sulla macro struttura del Comune di Benevento”.