A Benevento arriva Goffredo Buccini, firma importante del Corriere della Sera. A Palazzo Paolo V il giornalista romano è stato accolto da Antonio Medici, in veste duplice di organizzatore del convegno e di moderatore, per presentare alla città il suo ultimo libro “La Repubblica sotto processo” e nel titolo c’è tutta l’essenza dell’argomento di cui si vuole affrontare il portato.
Trecentosettantesei pagine per indagare il nodo gordiano della storia d’Italia degli ultimi trent’anni, il rapporto incancrenito fra magistratura, politica ed anche giornalismo a partire dalla stagione di Mani Pulite che ha segnato uno spartiacque e di cui l’autore è stato cronista attento e assiduo in quella Milano che si sarebbe avviata ad abbandonare l’etichetta da boom economico di capitale morale d’Italia.
Un conflitto che non conosce tregua e di cui Buccini cerca di capire la genesi e vieppiù le ragioni per le quali non si riesce a trovare soluzione. La separazione delle carriere? Buccini si dice favorevole ma non basta e indica nella combinazione a tre politica-magistratura-giornalisti la chiave di volta per uscire dallo stagno.
“Le riforme in questo nostro Paese non si fanno e se si fanno spesso sono peggiori di ciò che si vuole emendare”, dice Buccini. “La magistratrura, sostituendosi in molti casi alla politica, ne ha introitato i germi finendo per danneggiare anche se stessa. Occore allora che vi sia una politica che riguadagni il suo ruolo centrale ma per fare questo deve essere credibile, mentrre la magistratura deve rientrare nel suo alveo. In più c’è la stampa che rappresenta la terza parte di questo “gioco delle parti”, stampa che secondo Buccini deve riconquistare la sua funzione di controllo che spesso viene drasticamemnte meno.
le dichiarazioni nel video che segue