L’Ente Idrico Campano torna alla carica dell’acqua del Sannio. Mercoledì 5 giugno alle 16 nella sede di via Traiano di Benevento, si proverà nuovamente ad affidare il servizio idrico ad una società a responsabilità limitata per gestire la nostra acqua per i prossimi 30 anni. Il tutto per un affare da 1,4 miliardi (fonte Il Mattino).
I cambiamenti climatici avanzano in maniera preoccupante e la scarsità d’acqua continua a minacciare il sud dell’Italia. Questo dovrebbe far comprendere alla politica che il mercato non esiterà a farci pagare l’acqua a peso d’oro. Ma ciononostante non c’è verso di far cambiare idea al coordinatore di distretto Pompilio Forgione che, malgrado due bocciature della Corte dei Conti, va avanti testardo nella privatizzazione, affidando il 45 % ad una società privata (che tutti già sanno quale sarà).
Le multinazionali stanno mettendo le mani sui bacini idrici della Campania con la privatizzazione della Grande adduzione regionale, voluta dalla giunta De Luca, mentre continua la mercificazione dei grandi invasi del Sud e della diga di Campolattaro, con la nuova società “Acque del Sud Spa” spinta dal Governo Meloni. E qui nel Sannio si è pensato bene di affidare il servizio al mercato, senza aver imparato nulla dalla vicenda del tetracloroetilene, dall’aumento delle tariffe (già deliberate dall’Eic per il prossimo gestore) e dall’assenza di investimenti privati nelle reti colabrodo.
La campagna elettorale per le elezioni europee deve mettere al centro della discussione il tema della gestione delle risorse idriche, perché i cittadini del sud di Europa saranno presto chiamati a fare i conti con questa emergenza. L’Ocse ci dice che entro il 2050 il 40% della popolazione avrà un’alta probabilità di vivere in aree colpite da carenze idriche.
Per questi motivi in Francia ed Inghilterra si portano avanti processi di ripubblicizzazione dell’acqua, laddove la politica ha compreso che questo bene vitale non può essere venduto.
Durante la campagna del referendum del 2011, quando 26 milioni di persone votarono per l’acqua pubblica, uno degli slogan era: “Venderesti tua madre?” Noi oggi rivolgiamo questa stessa domanda ai 30 consiglieri di distretto che mercoledì saranno chiamati ad esprimersi: “Ve la sentite di vendere la Madre della Vita?”
Bisogna far prevalere la ragione e fermare la privatizzazione dell’acqua nel Sannio, altrimenti i cittadini più vulnerabili e poveri avranno serie difficoltà di accesso alla risorsa, come già avviene in altre parti del pianeta. Invitiamo le associazioni, i sindacati e tutte le persone di buona volontà a continuare a fare pressione sulla politica per chiedere una gestione totalmente pubblica dell’acqua.