Paolo Rumiz torna a Benevento ospite dell’Università del Sannio. Lo scrittore triestino e il tradimento di Europa, delle sue origini identitarie le sue peculiarità in un presente asfittico e un futuro che potrebbe portare davvero alla dissiluzione del Vecchio Continente. Che ha perso da tempo la sua egemonia politica ma ora è in una fase di transizione in cuio rischia di tornare preda di convulsioni.
L’antidoto è tornare alle origini, alla sua matrice mediterranea per riscoprire la sua cultura capace di emanciparla e di assorbire i contraccolpi della storia. Rumiz si definisce “settentrionale pentito”, o almeno così lo appella La Stampa di Torino e lui non fa mistero che la granparte delle sue riflessioni, dei suoi libri, hanno un matrice tipicamente mediterranea, una visuale da sud perchè il mito tradito di Europa è proprio quello che affonda le radici nel mondo greco e magnagreco, sopraffatto dalla realpolitik di un’attualità che vede l’Europa assolutamente subalterna e teatro di guerra. Se non di inverte la rotta e ci si concentra solo sulla geopolitica il risachio di dissoluzione è concreto
le dichiarazioni nel video che segue