Belmonte e Citro non hanno commesso alcun atto lesivo della loro professionalità nell’espletamento delle loro funzioni di Polizia municipale. E’ la conclusione cui è giunto l’Ufficio per i provvedimenti disciplinari del Comune di Benevento costituito dai dirigenti Santamaria, Verdicchio e Perlingieri a proposito dell’ormai noto episodio della bombola d’ossigeno e per i quali i Belmone e Citro furono oggetto di procedimento disciplinare in seguito alla segnalazione dell’Ordine dei Farmacisti.
In sintesi i due poliziotti avrebbero impedito ad una avventrice della farmacia Santa Sofia, lungo Corso Garibaldi, la sosta della vettura in via De Rende in piena zona ztl per recuperare la bombola nonostante la signora disponesse di regolare ricetta medica. Una vicenda assai fumosa e che sin da subito suscità parecchie perplessità. Erano i giorni dell’avvicendamento ai vertici della Polizia Municipale, i giorni furibondi della acerrima rivalità tra il Comandante dell’epoca Bosco e il suo vice Belmonte per l’appunto.
Il caso della bombola venne proprio a cadere all’acme di quella forte contrapposizione di natura anche personale. L’Ufficio è giunto alla conclusione che tutta quella vicenda si reggeva su affermazioni “per sentito dire” e che quindi non potevano essere suffragate da prove certe della presunta omissione dei poliziotti, che non poteva essere provata la loro ostinazione nei confronti delle esigenze della signora in esame. In più c’è da aggiungere che nessuna multa fu elevata e che Belmonte per molto tempo non fu nemmeno ascoltato per comprendere come realmente si erano andati sviluppando i fatti.
Per Belmonte la fine di una vicenda incresciosa che, probabilmente, pose la parola fine alle sue poche chance di diventare Comandante, seppure per poco tempo, ma che segna ora la fine di questa vicenda che poteva gettare una macchia sulla sua carriera. Ed è giusto così.