Non è stata una seduta comune quella di ieri in Consiglio comunale. Il caso “gettonopoli”, relativo alle commissioni e portato all’attenzione dell’opinione pubblica da Altrabenevento, è penetrato di prepotenza nel consesso civico pur non essendo all’ordine del giorno e la cosa perplime alquanto visto che i tentativi di introdurre argomenti non previsti dal calendario dei lavori, di solito, vengono subito smorzati sul nascere dal presidente del Consiglio comunale. Non questa volta.
Parente non ha intimato l’altolà, anzi, e così il dibattito è fiorito in tutta la sua possanza con le aggettivazioni classiche che accomunano le genti che si ritengono lese dalla critica qualsivoglia e cioè la stampa giornalaia, la poca documentazione, il cupio dissolvi, la legittimità di quegli appannaggi, la gogna mediatica.
Un armamentario lessicale comune a maggioranza ed opposizione a cui il sindaco, in modo salomonico, ha voluto tributare la sua solidarietà definendo “populistica” l’esigenza di comprendere la natura iperinflattiva delle sedute di commissione. Mastella sa bene che mettersi di traverso può comportare rischi, che sindacare sulla saccoccia dei consiglieri, i suoi, potrebbe aggiungere livore a livore e alla fine porre problemi di stabilità politica di cui proprio non sente il bisogno in questa sua delicata fase sindacale e dall’alto della sua esperienza si defila.
Sarà un sospetto ma la volontà di affrontare il problema e metterlo in luce individuando i responsabili da mettere all’indice non è apparsa per nulla casuale tranne forse il fatto che per la prima volta Gabriele Corona, il “gran nimico”, è entrato “magna voce” nel dibattito pubblico anche da chi lo detesta dal midollo e ne propugna la delegittimazione, per il solo fatto che non sia stato eletto e che quindi la sua “savonarolesca” esigenza di legalità in realtà sottende quasi una volontà di ritorsione. Insomma, Corona stia zitto oppure parli solo quando sarà eletto, se ci riuscirà in futuro, è l’opinione un po generalizzata di chi lo ha eminentemente sopra gli zebedei. Peccato che anche alla De Stasio fu detto chiaro che avrebbe potuto dire la sua solo una volta eletta a sindaco; nel 2500 dopo Cristo…
