“La decisione della Asl di Benevento di ‘demedicalizzare’ le autoambulanze sul territorio sta creando inutili allarmismi. La sistematica carenza di medici è preoccupante e la possibilità di ricorrere a una figura specializzata di infermiere, come l’Advanced Practice Registered Nurse (Aprn), adeguatamente formata, consentirebbe di mantenere attivi servizi di soccorso di cui altrimenti si dovrebbe fare a meno”. Lo dichiara Luigi Baldini, Presidente di Enpapi, l’ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica.
“La pianificazione dell’assistenza territoriale – aggiunge – non ha motivo di non avvalersi di personale sanitario altamente qualificato per assistere sia i pazienti più critici, sia i casi meno gravi che a seguito dell’anamnesi non necessitino di trasporto in ambulanza. Questo impiego si intende subordinato al possesso delle competenze necessarie da parte dei professionisti coinvolti, ma certamente richiede il superamento del pregiudizio di ausiliarietà della professione infermieristica”.
Enpapi, prosegue Baldini “ha tra i suoi iscritti anche numerosi professionisti specializzati in Area critica, emergenza-urgenza e cure primarie, e sebbene in Italia si fatichi a prenderne atto, in Inghilterra e negli Stati Uniti la figura dell’Aprn è ormai una realtà consolidata: si tratta di un professionista che opera a un avanzato livello di pratica infermieristica, in possesso di competenze che gli consentono di eseguire in modo indipendente l’anamnesi, la diagnosi e il trattamento del paziente.
Gli Emergency Nurse Pratictioner operano in autonomia in tutti i contesti di emergenza. In particolare, gli equipaggi delle autoambulanze impiegano solo un ‘infermiere di pratica avanzata in emergenza’, supportato da un assistente soccorritore, in assenza di personale medico”
A livello nazionale, osserva il presidente di Enpapi, “la formazione dedicata all’Area critica e dell’emergenza-urgenza ha raggiunto livelli che nulla hanno da invidiare ai percorsi inglesi e statunitensi, sia attraverso specifici master universitari, sia grazie all’impegno degli infermieri impegnati nelle reti di soccorso, come nel caso di Cives (Coordinamento infermieri volontari di emergenza sanitaria) e Aniarti (Associazione nazionale infermieri di area critica).
Alla luce del comune obiettivo di un’assistenza territoriale diffusa, capillare ed efficiente, l’auspicio è di trovare più occasioni di confronto costruttivo fra gli infermieri responsabili delle Reti di Soccorso e la politica, così da favorire una maggior consapevolezza ed evitare il rischio di svalutare gratuitamente un’intera categoria con timori infondati”, conclude,