Morire di lavoro ma quel che è più grave senza che ormai il fatto costituisca più notizia, non faccia più notizia. Lutti che si ripetono a ritmo sostenuto, al nord al centro, al sud, non ci sono disrinzioni di sorta. Ovunque il profitto sormonti il lavoro è quasi automatico che si verifichino quello che in modo pilatesco si continuano a chiamare “morti bianche”, l’ennesimo degli slogan di facile presa per una informazione mordi e fuggi che derubrica tutto ad incidente, a casualità. E invece non è così.
Non lo è stato a Firenze e nemmeno alla Stellantis a Pratola Srera dove è morto un operaio di 52 anni rimasto schiacciato da un macchinario. Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm insieme alle Rsa dello stabilmento irpino hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero ma la strada è lunga per invertire la rotta che poi si traduce in maggiori investimenti su sicurezza e formazione, ma da questo orecchio le imprese sembrano essere più sorde che mai. E i Governi appaiono conniventi, sinistra o destra non fa molta differenza, purtroppo.
E i partiti? Sembrano sempre più estranei alla questione. Il PD da anni non frequenta più i cancelli delle fabbriche.