La magistratura si interroga e non è palestra che accada ogni giorno. Spesso per necessità, altre volte per garantire la propria indipendenza da un potere politico invasivo, specie negli ultimi decenni, ora per affermare anche un potere di casta essa fa blocco, alza le proprie difese, qualche volta finisce per autoassolversi.
Nel caso di cui si è discusso a Sant’Agostino e cioè la violenza domestica, di genere e contro le vittime vulnerabili promosso dalla Procura della Repubblica di Benevento la magistratura si interroga. Si interroga sui pregiudizi, sul proprio approccio culturale al metodo procedimentale nel contrasto alla violenza di genere e domestica e che coinvolge la magistratura inquirente e quella giudicante in maggior misura.
Urge un profondo cambio di passo da parte del giudice, che investa la dottrina giuridica, il metodo delle indagini, lo stesso processo. Una rivoluzione culturale, per usare una terminologia maoista, che comprende anche il lessico perchè il linguaggio è parte attiva nel processo di palingenesi che si vuole intraprendere