Non è il caso di sottolineare quanto importante sia la toponomastica che, attraverso la visione multidisciplinare tra linguistica, geografia, antropologia, vita locale, racconta soprattutto la storia di una città, rivelando nelle scelte il tentativo civico di indicare alla comunità e alle nuove generazioni modelli di vita esemplare.
Le vie, le piazze, i musei ci parlano ed è anche attraverso l’intestazione a donne e uomini di riconosciuto valore, come a eventi significativi, che si stimolano la curiosità per la storia, l’attenzione alla cultura del luogo, l’interesse per il passato e si lancia un ponte verso il futuro. Ecco perché sono necessari i richiami giusti, coerenti con i principi che informano una comunità e che si vogliono lasciare ai propri giovani.
Si ha davvero l’intenzione che essi si riconoscano nei valori della Costituzione, nei principi di libertà, uguaglianza, antifascismo che attraversano ogni suo articolo o, per timore di scuotere equilibri sedimentati, di rivedere scelte passate di cui si rivendica la paternità, di urtare sensibilità politicamente definite si preferisce evitare di riprendere ciò che è inevitabilmente lasciato al tribunale della storia e di assumere posizioni più in linea con un mondo che ha fatto i conti col passato e con i suoi miti?
Su questi temi vogliamo invitare la società civile sannita e l’amministrazione comunale a confrontarsi, in maniera equilibrata, pacifica, serena non per cancellare ciò che è stato ma per inquadrarlo storicamente, per risemantizzarlo, risignificarlo e per integrarlo al fine di chiarire quali elementi identitari conservare e quali rilanciare per la Benevento del terzo millennio.