Il Comitato sannita Abc rinnova l’appello a tutti i sindaci della provincia a non aderire a questo scellerato progetto di svendita della preziosa risorsa idrica.
Non sappiamo cosa potrebbe succedere se qualche sindaco o consigliere comunale di opposizione decidesse di inviare i deliberati all’Autorità Garante per la tutela della Concorrenza e del mercato (Agcom) o all’Anac, visto che siamo in presenza di due proroghe dell’affidamento all’attuale gestore Gesesa spa, senza gara d’appalto con relative esecuzioni di costosi lavori per la gestione idrica.
Ricordiamo che la proroga della concessione nel comune capoluogo scade il 31.07.2024 ed a questo punto è probabile che si debba ricorrere ad un terzo rinnovo senza procedura ad evidenza pubblica.
La soluzione più logica ed equilibrata sarebbe quella di rivedere la scelta ed optare per l’affidamento ad un soggetto totalmente pubblico, che escluderebbe il ricorso alla gara d’appalto e permetterebbe di utilizzare il lavoro già svolto sino ad ora.
Da parte nostra rinnoviamo al coordinatore di distretto Forgione la piena disponibilità al confronto, aprendo un tavolo tecnico per individuare una forma di gestione pubblica, nel rispetto della normativa nazionale vigente e del diritto comunitario, ripartendo dalla relazione presentata a margine della seduta del 25.10.2022 redatta dal professore Alberto Lucarelli, ordinario di diritto Costituzionale del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli.
Al contrario gli unici a guadagnarci saranno gli investitori del gruppo Acea che si candidano ad aggiudicarsi il prezioso boccone dell’acqua sannita. Nel 2024 vedrà la luce la nuova società “Acea Acqua” che mira a gestire il servizio idrico integrato per 9 milioni di cittadini italiani (Toscana, Umbria, Campania, Molise). A novembre Acea ha segnato un margine operativo lordo di oltre un miliardo di euro e un più 5% di investimenti (fonte: www.firstonline.info). Nel frattempo, nelle ultime sedute in borsa, dopo che l’autorità per l’energia ha aumentato la componente a remunerazione del capitale investito (WACC) dal 4,8% al 6,13%, le azioni della partecipata dal comune di Roma, hanno avuto un aumento del 2,14% (www.borsaitaliana.it).
Anche un bambino capirebbe, quello che la politica fa finta di non comprendere: le privatizzazioni sono un immenso affare per le multinazionali a discapito dei territori del Sud che continuano a svendere l’acqua e subiscono le conseguenze della desertificazione, sia demografica che ambientale.’