“Il commercio irpino guarda con attenzione alle prossime strenne natalizie, per recuperare una boccata d’ossigeno, confidando anche su qualche timido segnale positivo che si registra tra i consumatori e nel settore, ma sul tappeto restano molti problemi da risolvere, che richiedono un intervento deciso delle istituzioni”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Le rilevazioni Istat di novembre sul clima di fiducia – ha proseguito il dirigente dell’associazione di categoria – rassegnano dati contrastanti: il sentimento delle imprese continua ad essere negativo, per il quarto mese consecutivo, mentre il commercio tradizionale mostra un leggero recupero di fiducia, un flebile spiraglio di buon auspicio con il Natale alle porte. Sul fronte dei consumatori si segnala un lento miglioramento dell’indice, che comunque si mantiene su livelli molto bassi. Caro vita e alti tassi di interesse continuano a pesare sui portafogli delle famiglie e sulle imprese, anche se i tassi ufficiali dell’inflazione complessiva ci rappresentano una lenta inversione di tendenza.
L’esperienza quotidiana dei consumatori però risulta molto distante dal quadro che emerge dalle statistiche e fa il paio con le perduranti difficoltà che gli operatori economici sono costretti ad affrontare per tirare avanti le attività e cercare di uscire dalle secche di questa lunga fase di recessione-stagnazione.
Annunci, buone intenzioni e clima generale, insomma, non bastano a far superare la crisi. I consumi delle famiglie restano al palo e per la fine dell’anno si attesteranno al di sotto del 1 % in più rispetto al 2022 e in base alle previsioni lo stesso dovrebbe accadere nel 2024.
D’altra parte, le famiglie non sono più in grado di soddisfare le esigenze attingendo ai risparmi, come successo negli ultimi anni, a chi poteva permetterselo. Tutto ciò determina una crescita di Pil prossima allo zero”.
“Ciò che serve – ha concluso Marinelli – sono misure strutturali che facciano ripartire la domanda interna, sostenendo il potere d’acquisto delle famiglie, e rafforzare gli strumenti di accesso al credito, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni, i cui tassi sono più che raddoppiati. Oltre agli interventi del governo però diventano necesserie azioni mirate di enti locali e Regione, anche attraverso la promozione delle attività del territorio”.