Una riduzione c’è stata ma non basta: Benevento si conferma tra i dieci capoluoghi di provincia italiani con la Tari più alta. Non va bene anche nel resto della regione: 416 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2023 da una famiglia campania, rispetto ai 320 della media nazionale. Nella nostra regione fa eccezione solo Avellino, che in confronto al 2022 fa registrare una diminuzione del 5,1%. Il quadro emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservaotrio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.
L’indagine sul costo sostenuto nel 2023 per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri ed è realizzata nell’ambito del progetto “Vita da generazione spreK.O”.
Tornando a focalizzare l’attenzione sulle città campane Napoli è la città più cara e dove si registra l’incremento maggiore, seguita da Salerno, Benevento, Caserta e, infine Avellino. I cittadini avellinesi sono quelli che pagano di meno e rispetto allo scorso anno la differenza è di 17 euro. Grazie a questo risultato il capoluogo irpino è secondo in Italia nella speciale classifica delle città italiane dove si è registrata la maggiore riduzione. Fa meglio, con un certo distacco, Imperia: dove la tassa è diminuita del 23,3%. Un calo lo fa segnare anche Benevento, ma di soli tre euro. Il centro sannita resta nella top 10 delle città italiane più care. Una classifica dove ci sono ben 7 capoluoghi del Sud.
Per Benevento, cosi come già commentato in altre occasioni dai rappresentanti delle istituzioni locali pesa l’assenza degli impianti che non permettono di concludere il ciclo dei rifiuti sul territorio. Ma la situazione – ha rassicurato il sindaco Mastella e l’amministratore unico dell’Asia Donato Madaro di recente – è destinata a migliorare con la realizzazione dell’impianto multimateriale, finanziato con il Pnrr.
Più in generale – commenta la responsabile di Cittadinanzattiva – pesa l’aumento dei costi operativi legati ai rincari su energia e carburanti. Un altro problema è il sommerso: tanti nuclei familiari non dichiarano le unità o gli inquilini e questo crea un ammanco di entrate che si riversa su chi sta in regola.