Antonio Iadicicco, Dirigente del Settore Lavori Pubblici, Dirigente PICS e direttore dei lavori per l’Info Point in piazza Santa Maria, con un comunicato stampa accusa “qualcuno” senza fare nomi, di aver dichiarato il falso a proposito di reperti archeologici utilizzati per contenere una massicciata in pietra e scavi archeologici fuori sito.
Naturalmente Iadicicco si riferisce ad Altra Benevento ma spera che la mancata citazione possa evitargli conseguenze per le accuse di false dichiarazioni e magari consentire alla “stampa amica” che non ha pubblicato il nostro comunicato del 10 ottobre, di pubblicare invece la sua risposta.
Anche questo succede al tempo di Mastella sindaco.
Nel merito:
1)- abbiamo sostenuto che “alcune strutture storiche trovate dagli archeologici sono utilizzate per contenere, senza alcun sistema di protezione, lo strato di pietre della massicciata per la nuova corsia degli autobus”. Iadicicco risponde che “non corrisponde al vero che i lavori in corso hanno danneggiato o ricoperto le struttura murarie degli scavi e il mosaico; le strutture murarie a ridosso del pietrame sono strutture di fondazione murarie recenti in calcestruzzo armato e probabilmente hanno indotto in errore il superficiale osservatore”
Iadicicco sbaglia clamorosamente !
Infatti il pietrame utilizzato per la nuova massicciata stradale poggia e ha coperto parte del setto murario della copertura a volta e dei blocchi litici dello specus. La struttura è così descritta nella relazione archeologica “una condotta – presumibilmente per il deflusso delle acque – o meglio uno specus in grandi blocchi litici (rifunzionalizzazione dei basoli di un tracciato di epoca romana?) rivestito da una malta mescolata a cocci finemente tritati. La sezione si presenta con volta ad arco, due setti murari paralleli ed una depressione a “V” interna. La presenza della struttura funzionale al deflusso delle acque, potrebbe confermare l’ipotesi precedentemente denunciata, ovvero che gli elevati presenti nel settore B siano di pertinenza delle terme”.
Per essere più precisi, alleghiamo l’immagine riportata nella predetta relazione nella quale si evidenzia che i grandi blocchi litici di età romana, si estendono fino alla tubazione dismessa (forse in fibre di amianto) che adesso è stata coperta (confronta con Specus visto di lato nella foto attuale) insieme ad una parte dei reperti classificati dagli archeologi come “USM39- Grandi blocchi squadrati posizionati in senso discendente con una pendenza di circa 45 gradi. Interno della canalizzazione per il deflusso delle acque” . E’ stata coperta anche parte della struttura “USM37- Porzione verticale W della volta realizzata in blocchetti di tufo squadrati di grandi dimensioni”.
A proposito del pavimento in mosaico, nel comunicato del 10 ottobre abbiamo scritto: “per realizzare i nuovi marciapiedi è prevista la copertura con cemento di una parte del pavimento in mosaico romano per il quale era stata annunciata la protezione con un vetro che invece non è più indicata nel progetto di variante”. Iadicicco replica “Le strutture murarie ed il mosaico rinvenuti, saranno prima oggetto di consolidamento e restauro con l’alta sorveglianza della Soprintendenza e successivamente salvaguardate con la metodologia del rinterro conservativo”.
Confermiamo che dal progetto di variante fatto dallo stesso Iadicicco risulta che parte del mosaico dovrebbe essere coperta da terreno ma un’altra parte, quella più vicina a Corso Dante, sarà coperto da pietrame, cemento e asfalto per realizzare la nuova corsia per autobus e marciapiedi.
2) A proposito degli scavi archeologici, abbiamo ricordato con un comunicato del 5 ottobre che il Soprintendente nel parere del 25 luglio scorso ha precisato: “preliminarmente alla fase realizzativa dell’opera (Info Point), nell’area del settore E, devono essere proseguite le indagini archeologiche in profondità al fine di riconoscere preventivamente la presenza di ulteriori evidenze archeologiche più antiche”, ed invece “lo scavo in corso ricade nel settore A”.
Iadicicco replica che questo “è falso” ma a mezzo stampa ha già ammesso che questo scavo è stato chiesto dal funzionario archeologico per indagare l’area vicino ai grandi blocchi di tufo, che si trovano appunto fuori dal settore E.
Quindi è Iadicicco a riferire a mezzo stampa cose non vere !
In attesa di sostenere le nostre tesi anche dinanzi alla Autorità Giudiziaria, rinnoviamo a Iadicicco l’invito ad un confronto pubblico sul disastro di piazza Santa Maria, organizzato da giornalisti a sua scelta.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”