Altrabenevento torna sulla questione dei miasmi, e affronta due filoni; quello legato alla SANAV e il depuratore consortile che sostiene l’associazione ha incrementato il trattamento di reflui in conto terzi. Corona parte da domani, il che potrebbe sembrare un assurdo cronologicvo e invece non lo è; domani c’è il secondo tavolo tecnico sul puzzo di Ponte Valentino, quello che ci farà capire, si spera, chi secerne puzzo e in quali quantità e se l’olezzo è tossico oppure no.
“Comune di Benevento, Consorzio ASI, ARPAC, ASL, Provincia, ASIA, Regione Campania-Servizio Ecologia devono dare risposte visto che da cinque mesi non riescono a spiegare da dove vengono le fastidiosissime esalazioni maleodoranti che gli abitanti di mezza città e molte contrade continuano a sentire con grande fastidio,” scrive Corona che tira in ballo il sindaco Mastella che nei giorni passati aveva cercato di tranquillizzare la cittadinanza sulla non tossicità delle “puzze” pur in assenza di dati precisi ma aveva richiamato alla prudenza. “Occorre attendere le prove e accertare le responsabilità, prima di intervenire”, aveva ammonikto il sindaco, “quando il quadro sarà chiaro, nessuno farà sconti a chicchessia. Nessun medico, se non è un irresponsabile, prescrive la terapia senza aver contezza di una diagnosi precisa”.
Corona però sottolinea che il Sindaco non spiega perché i controlli sono stati avviati con grande ritardo.
“Le prime segnalazioni risalgono al mese di aprile, il consorzio ASI ha fatto alcuni insufficienti esami nella zona industriale di Ponte Valentino agli inizi di agosto ed il primo tavolo tecnico convocato dal Comune si è riunito il 19 settembre. Risulta che l’Arpac ha fatto vari esami sull’aria nella zona industriale ASI che però sono parziali ed infatti non sono riusciti ad individuare la fonte delle emissioni puzzolenti. Non si comprende perché non è stato ancora effettuato il controllo sulle attività delle aziende di Ponte Valentino, a cominciare da quelle da tempo oggetto di segnalazioni dei cittadini per emissioni maleodoranti, come la SANAV, ad esempio, e il depuratore dell’ASI.
L’azienda ubicata da molti anni all’ingresso della zona industriale, prosegue Corona, “di fronte ad un distributore di carburanti, tratta liquami vari, provenienti anche da espurgo pozzi neri, macellazione, concerie, classificati anche come “rifiuti pericolosi”. Da diversi anni gli abitanti nella zona protestano per il cattivo odore che si sente anche transitando sulla statale 90bis derivanti dal trattamento fisico-chimico dei rifiuti liquidi. Ma da alcuni mesi la SANAV ha aggiunto un altro tipo di lavorazione, la essiccazione dei fanghi in un ampio forno con emissione di fumo attraverso un grosso camino che si attiva diverse volte nel corso della giornata.
L’attività è stata autorizzata a novembre 2022 dalla Regione Campania, dopo sette mesi di istruttoria e una Conferenza dei Servizi alla quale il Comune di Benevento, seppur invitato, non ha partecipato. L’Università del Sannio ha relazionato positivamente e l’ARPAC ha espresso parere favorevole con prescrizioni che prevedevano anche controlli continui. Il nuovo impianto è entrato in funzione la scorsa primavera ma il cattivo odore del fumo che si è aggiunto alle emissioni precedenti, ha subito determinato le proteste dei cittadini anche quelli che non abitano vicino l’azienda.
Non si sono sentite, invece, le proteste del Pastificio Rummo e altre industrie alimentari che nel 2020 hanno contrastato decisamente la costruzione di un biodigestore proprio vicino alla azienda che continua da anni a trattare puzzolenti rifiuti liquidi e da pochi mesi anche essiccazione di fanghi maleodoranti. Il 20 giugno la SANAV ha subito un incendio che ha disperso nell’aria una grossa nuvola gialla e nella notte tra il 20 e il 21 agosto i grossi silos con gli abbattitori di odori si sono bruciati per la seconda volta.
Due incendi in sessanta giorni non sono eventi “normali”, soprattutto in una azienda che tratta rifiuti liquidi definiti “pericolosi” vicino alla dosale del metano e che di recente ha aggiunto un forno e un camino con emissione di alte colonne di fumo, intermittenti, disperse in un’area vasta secondo la direzione del vento. Insomma, una attività che avrebbe dovuto determinare sicuramente i dovuti controlli da parte dei partecipanti al tavolo tecnico che però, finora, non hanno fornito alcuna informazione in proposito. Nessuna informazione è stata fornita anche per l’odore nauseante che proviene dal depuratore del Consorzio ASI, in gestione alla società Multiservice ASI srl.
Anche questo impianto è stato di recente autorizzato dalla Regione Campania a trattare nuovi tipi di liquami, anche provenienti da terzi. Proprio grazie a questi trattamenti la Multiservice ASI ha incrementato notevolmente le entrate finanziarie e per questo motivo ha pagato un “premio di risultato” di 18.000 euro al suo presidente, Giuseppe Rillo, e 9.000 euro al vice presidente, Luigi Barone, che è anche presidente del Consorzio ASI, dovrebbe finalmente relazionare ufficialmente sull’attività della SANAV, sull’aumento degli odori nauseanti del depuratore e gli sversamenti nel fiume Calore.”