La stanza di degenza, prima di essere sanificata, è stata svuotata degli arredi non necessari, mentre quelli indispensabili o non rimovibili sono stati coperti con teli di cotone o pellicola di plastica;
sono stati sottoposti a controllo certificato tutti i materiali d’uso, dai dispositivi medici ai farmaci, dai guanti ai lacci emostatici, ai cateteri vescicali e venosi; sono stati avvisati le dietiste (per evitare possibili reazioni crociate), i responsabili della cucina ospedaliera (per la manipolazione corretta degli alimenti), il personale addetto alle pulizie e i referenti della lavanderia (per l’utilizzo
di determinati prodotti detergenti e per l’ingresso in camera di materiale adatto); sono state controllate le piante ornamentali nei corridoi del reparto (sempre per il rischio di reazioni crociate); è stato affisso un cartello davanti alla stanza della paziente per segnalare di prestare attenzione. Anche la sala operatoria è stata preparata con la massima cura, selezionando le suppellettili, le
attrezzature e i dispositivi, dai deflussori, agli occhiali per l’ossigenoterapia, alle sacche; così come sono state adeguati al caso tutti i reparti con i quali la paziente sarebbe entrata in contatto, come, ad esempio, la Radiologia e la Cardioanestesia. L’attivazione di una specifica procedura con una rete integrata di comportamenti è stata dettata dalla necessità di sottoporre a un delicato
intervento cardiochirurgico una 49enne di Atripalda (Av) risultata allergica al lattice, per eliminare i rischi di esposizione e garantire elevati standard di sicurezza nei diversi ambiti assistenziali.
Ricoveratasi all’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, primo centro in Campania per numero di interventi in minitoracotomia (tecnica mininvasiva alternativa alla tradizionale sternotomia), per una stenosi mitralica reumatica aggravata da anemia, la donna ha ricevuto la diagnosi di un’importante allergia al lattice dall’allergologo Domenico Gargano, insospettito da
alcuni particolari emersi dal racconto della storia clinica della paziente. Ferma nella volontà di essere operata dal Direttore dell’Unità operativa di Cardiochirurgia dell’Azienda Moscati, Brenno Fiorani, la 49enne ha potuto contare sul supporto dello stesso primario, che si è fatto carico del caso, coordinando le modalità organizzative di un percorso protetto. «La Direzione sanitaria –
spiega Fiorani – ha rimodulato e aggiornato il percorso latex-safe per soggetti allergici al lattice a rischio di reazioni anafilattiche messo a punto qualche anno fa. Nella gestione corretta della paziente è stato coinvolto tutto il personale che avrebbe potuto avere contatti con la donna. È stato un lavoro certosino e più complesso di quanto si possa immaginare. La paziente ha fortemente
creduto in noi, nella professionalità e disponibilità degli specialisti dell’Azienda della sua provincia. E l’ospedale di Avellino ha ripagato la fiducia mettendo in campo tutte le misure necessarie per procedere all’intervento, che è perfettamente riuscito».
La donna è stata dimessa in buone condizioni di salute da pochi giorni dall’Azienda ospedaliera, dove ha trascorso anche il primo periodo di riabilitazione post-operatoria in ambiente protetto.