Molto spesso, in questo sempre più strano e impraticabile paese, l’uso della minaccia di querela nasconde l’obiettivo di tacitare la libera espressione di dissenso con lo scopo di impedire che le voci libere, quelle che non si riescono a tenere sotto controllo, abbiano l’ardire di mettere in discussione i potenti o i sedicenti tali di turno.
Va da se che la crociata dei potenti o dei sedicenti tali di turno va del tutto fuori bersaglio perchè chi ha qualcosa da dire e la dice col supporto delle carte mai temerà la prepotenza e l’arroganza dei suddetti. Suddetti che sanno bene in quali condizioni è costretto a campare un giornalista o un attivista che osa sfidarli e che si è messo in mente di fare in modo dignitoso il proprio mestiere e sanno bene che l’unico punto dolente per bloccarlo è minacciarlo con la clava dell’eventuale risarcimento del danno prodotto. Insomma, “ncopp e renar e ncopp a sacca.”
Ciò che non sanno o che sanno ma non considerano è che quel giornalista non è poi tanto sprovveduto e si spinge oltre solo in possesso di documenti e di prove, come è normale che sia; in caso contrario tace o lavora per procurarsele. Tutto questo accade anche da noi, ca va sans dire…
Qui a Ceppalonia, tra le tante cose che si è costretti a vedere, addirittura le querele viaggiano a mezzo stampa il che rappresenta un unicum, vedi ciò che Mastella e Ambrosone hanno promesso a Marino e a tutti i componenti del Comitato Centro Storico a proposito della vicenda dell’ambulanza e dei vicoli angusti del Trescene.
Per non parlare di Gabriele Corona, quel discolo impenitente, che ormai di querele fa la collezione e da tutte ne è uscito indenne e la cui azione prosegue a tambur battente e in modo ancor più vigoroso “che pria”.
“Con Corona non bisogna scendere a dialogo perchè non siede in Consiglio, la città non lo ha eletto a rappresentante suo e quindi la propria è solo un “flatus vocis”, dicono dal Palazzo.
E’ una locuzione che Mastella ripete spesso e che denota la conoscenza di Roscellino di Compiegne, nominalista medievale, cit. Treccani, la stessa prestigiosa enciclopedia che lo annovera sotto la voce “Ceppalonico” e che noi riprendiamo con assoluta e consapevole bonaria ilarità.
Ecco, a Corona non si replica ma lo si può querelare però in base ad un assunto che vuole la “politica” altro da scorribande associative, come se politica non derivasse da polis e quindi espressione di quanto accada nella città.
Uno strano modo di arroccarsi e di costruirsi uno spazio di intangibilità per poi però reagire quando si è a corto di argomentazioni pensando di percorrere le aule giudiziarie e non i canali del pubblico dibattito. Cose da enclave papalina!
L’ultima archiviazione, cui la controparte non ha sollevato ricorso, è quella della famosa storia della macchina del sindaco, le sue trasferte romane all’epoca della elezione del Capo dello Stato, e su cui Corona e la sua Altrabenevento imbastirono una campagna di stampa e di opinione assai virulenta, con toni durissimi ammessi dallo stesso Corona ma che secondo il Gip del Tribunale di Benevento non hanno scaturito gli estremi della diffamazione per cui il sindaco di Benevento aveva mosso causa.
A rendere noto la cosa qualche giorno fa è stato lo stesso Gabriele Corona che ovviamente rincara la dose e ripercorre la genesi di quanto è accaduto e che ha poi indotto Mastella a querelarlo.
“Il primo cittadino si lamentava di una lettera aperta che gli avevo inviato il 29 gennaio 2022 per chiedergli di pagare di tasca la “vacanza romana” cioè i viaggi e la permanenza nelle piazze della capitale e negli studi televisivi per commentare in modo ridicolo le elezioni del presidente della Repubblica.
In particolare avevo scritto: “Si è lasciato andare a banalità, idiozie e volgarità (“faccio il viandante per non prenderlo nelle chiappe”). Di conseguenza i giornalisti e i commentatori politici l’hanno trattata come un piccolo comico, un guitto di provincia… non possiamo tollerare che il suo narcisismo possa creare non solo danni di immagine alla città ma anche danni economici alla comunità”.
Mastella mi ha denunciato ritendendo di essere stato “vittima di calunniose accuse mediatiche. Corona ha appellato i predetti viaggi personali e istituzionali come ‘sceneggiate’ e ‘ridicole comparsate romane’…. ancora asserisce che il sottoscritto sarebbe ‘in preda ad una compulsiva ed irrefrenabile dipendenza da esposizione mediatica’ e per raggiungere questo scopo si è trasferito a Roma per una settimana e si è fatto trattare da pagliaccio in diverse interviste”
Mastella aggiunge che le dichiarazioni “risultano ancora più offensive a calunniose a causa della ragguardevole eco dispiegata per il modus operandi utilizzato, la pubblicazione sul sito web “altrabeneventopossibile.it” accessibile a una moltitudine indefinita di internauti, ergo in grado di offrire una propagazione del contenuto considerata di dubbio spessore … che è stata ulteriormente diffusa per il tramite del notorio social network Facebook dove, mediante la cosiddetta funzione di condivisione, il predetto contenuto web è stato pubblicato più volte”.
A seguito di indagine, la Procura della Repubblica il 23 giugno 2022 ha proposto l’archiviazione della querela perché “il diritto di cronaca e di critica sono stati usati correttamente dall’indagato”; il sindaco regolarmente avvisato non si è opposto, e il GIP l’ha accolta il 30 maggio scorso.
Si tratta della ennesima querela di Mastella contro di me che non produce effetti, così come non mi hanno zittito i provvedimenti disciplinari ricevuti quando ero dipendente del Comune, tutti annullati dai giudici.
Mastella quindi deve cambiare strategia, inutile minacciare querele o sperare che i comunicati di Altra Benevento possano passare inosservati perché certa stampa li ignora.
Questa volta ha dovuto prendere atto che la pubblicazione su alcune testate e sul sito web di “Altra Benevento è possibile” condivisa anche attraverso Facebook, consente una ampia diffusione delle nostre critiche. “