La consegna delle chiavi a Capodimonte chiude una stagione fatta di lotte asperrime e di delusioni cocenti, di diritti calpestati e di provocazioni, di malcelato disprezzo verso chi giaceva e giace in una condizione di assoluta intollerabilità.
La conclusione vera di questa storia, che va avanti dal 2007, ci sarà nel momento esatto della firma del contratto e successivo ingresso in casa dei legittimi assegnatari.
Parrebbe che tutto questo accadrà dopo il Ferragosto con una cerimonia al Comune, pare.
Fuor di metafora, sarebbe stato molto meglio che sindaco, assessori e qualche consigliere si fossero tenuti distanti, avessero preferito un low profile al presenzialismo a tutti i costi.
La politica ha le sue regole, qualche volte indicibili, il suggello andava messo anche per dare smalto ad un momento non tra i più brillanti, sia per l’azione di governo, sia per la funzione meramente politica del sindaco.
Quale occasione migliore per esserci ma a volte l’esserci può non essere la scelta migliore.
Gli assegnatari non dimenticano “la traversata del deserto” prima di entrare in diritto di ciò che gli spettava, non dimenticano il burocratichese, le incompetenze, le promesse avventate, non dimenticano le forze dell’ordine a difesa del fortino Acer di via Momsen contro cittadini assolutamente pacifici e cosa ancor più dirimente non si dimenticano dei dieci anni passati in una scuola dove nessuno si è mai azzardato ad entrare nemmeno per errore, fatta eccezione per la Molly Chiusolo ma solo di recente.
In definitiva una buona, grande occasione persa per evitare passerelle mediatiche con tanto di consiglieri oranti e desiderosi di penetrare il cerchio magico mastellista, il momento è propizio, ma l’apparire è una delle pietre angolari di questa amministrazione, non che le altre difettino di questa prerogativa, ma questa le batte tutte.
E allora il coronamento di questa stagione lunghissima, a nostro avviso, andrebbe vissuto con maggiore sobrietà.
Sarebbe stato molto più elegante e provvido tenersi alla larga e lasciare ad Acer il compito di dare le chiavi. Loro, i cittadini degli alloggi, tra lacrime ed emozione, quasi non ci hanno fatto caso.
E a rincarare la dose arriva anche il SUNIA, il sindacato degli inquilini, che attraverso il suo segretario provinciale Giuseppe Falzarano è assai eloquente. “Gli opportunisti della politica, sempre pronti a prendersi i meriti che non gli appartengono.
Ormai il duo… si inserisce bene per fare propaganda sui bisogni della gente, ma non riconosce il lavoro di chi dal 2007 sta lavorando per la costruzione di quegli alloggi e non facendo dirottare i fondi del ministro Di Pietro e dal governo Berlusconi all’epoca, altrove.
Siamo soddisfatti della consegna dei 32 alloggi, ma continueremo il nostro lavoro sindacale e di pungolo affinché consegnano anche i 20 alloghi ricavati dai sottotetto a Capodimonte. Agli altri lasciamo i piedistalli e i nastri…il SUNIA continua il suo lavoro per dare un tetto a tutte le famiglie dei 52 assegnatari.”